30/03/09

The Moore Brothers



Un’immagine decisamente rassicurante quella dei fratelli californiani, forse tra i più bucolici cantori di questo tempo. Dopo aver realizzato "Murdered By The Moore Brothers "nel 2006, una sorta di spartiacque nella loro rapida carriera, hanno instancabilmente continuato ad esibirsi in minuscoli club – per non parlare poi dei diffusissimi basement show e delle apparizioni ai barbecue party di alcuni intimi amici - della Bay Area costruendo passo dopo passo la loro notorietà. Per loro fortuna i contatti con alcuni artisti più affermati, hanno permesso a quella che era una sorta di istituzione locale di divenire qualcosa di più visibile a livello nazionale. Uno di questi incontri cruciali si consuma nel dicembre del 2006 con Kristin Hersh, eminenza grigia della scena indie di Boston un tempo leader dei Throwing Muses, che proprio in occasione di un concerto reunion degli stessi decide di far aprire ai Moore Brothers, niente popò di meno che alla Great American Music Hall. Nell’estate del 2007 è la nuova protagonista del folk Americano Joanna Newsom ad invitare il duo per una serie di apparizioni nei migliori club europei, tra cui vale la pena segnalare la comparsata alla Royal Albert Hall di Londra, serata memorabile che vedrà protagonista anche la leggenda del folk inglese Roy Harper. Di recente Thom e Greg si sono stabiliti presso la Grass Valley sempre nell’ assolata California. Preludio ad uno dei periodi più intensi della loro esistenza artistica, che li porterà appunto alla pubblicazione del quinto album in studio Aptos. Joanna Newsom che ha evidentemente legato con i fratelli, regala un cameo nel brano Good Heart, Money and Rain, mentre un turnista di lusso come il batterista Neal Morgan (Joanna Newsom, Brightblack Morning Light) provvede ad arricchire ritmicamente il disco. Ancora sospesi nel ricordo di Simon And Garfunkel, Crosby Stills and Nash ed Everly Brothers, i Moore Brothers con una ricetta tutta loro mettono a fuoco la perfetta alchimia pop acustica, rendendo sempre più vicino il tanto decantato sogno californiano. Solari ed ispirati come non mai, nei 14 brani di Aptos ci convinceranno anche a consumare il buon vino che arriva dal quelle stesse lande. Buona degustazione, anzi buon ascolto!

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