10/03/09

Milk Kan



Lasciatevi pure ingannare da quell'accento tipicamente cockney, perchè i Milk Kan certo non intendono nascondere la loro provenienza, che dice per l'appunto Londra. Nelle loro rime baciate - a mò di rap ante-litteram – citano Clash e Johnny Cash, musicalmente fanno ancora di più, ridisegnando ciò che a inizio '90 veniva definito comunemente crossover. Non ci sono giradischi, semmai qualche campionamento smarrito dei Violent Femmes - con i quali hanno suonato tra l'altro dal vivo allo Shepherds Bush Empire - le chitarre non sono mai troppo arrabbiate ed il mood pur essendo urbano rimane comunque sobrio. Ci sono senz'altro le canzoni, che oltre a prendere dalla primordiale carica stradaiola di punk e hip-hop, guardano positivamente agli anni della grande depressione americana, citando en passant tutti i grandi cantastorie del tempo ed in particolare l'inarrivabile Woody Guthrie. Una questione d'attitudine, tutto lì il segreto, graffiare mantenendo una coscienza sociale. Nel dicembre 2008 hanno fatto il botto con il singolo "God with an Ipod", entrato al numero 10 della indie chart inglese, sotto a gente del calibro di Dizzee Rascal e Last Shadow Puppets. Nati come duo sul finire del 2003 - Scrappy Hood e Jimmy Blade raccolgono le chitarre dei propri genitori e si improvvisano moderni buskers in giro per il paese – i Milk Kan sono oggi un quartetto a tutti gli effetti con l'ingresso in campo di Loz Vegas e Nathan Bass. Blang è orgogliosa di presentare il loro omonimo album di debutto, dove canzoni di protesta si frappongono ad uno humor tipicamente inglese, ripescando in parte il carattere delle canzoni del ghetto.

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