I Built Myself A Metal Bird - Thee Silver Mt. Zion from Constellation Records on Vimeo.
A breve in Italia la formazione canadese capitanata dall’ex-Godspeed You Black Emperor Efrim Menuck, autrice di uno dei più romantici lavori in ambito avant-rock di questo scorcio di stagione.
Questo è quello che la stampa italiano ha scritto dell’ultimo Kollaps Tradixionales:
…questo sesto lavoro di Efrim Menuck e soci e’ uno dei loro più riusciti di sempre. Lunghe composizioni di post rock e psichedelia cinematica che rispettano la forma canzone diluendola in movimenti orchestrali fatti di quiete, tensioni estenuanti e aperture a confusioni celesti. Punk e tradizione, dolore e speranza. ancora grazie (Rolling Stone marzo, 4 stelle)
Funzionano a dovere gli intrecci armonici, lasciati maturare con calma nelle trame dilatate; ne emerge una densa ondata malinconica, in cui la voce sgraziata di Menuck sottolinea i tratti più drammatici con rara incisività. Nei toni apocalittici della title-track (Bury 3 Dynamos) che esplodono nel chorus in un mantra ipnotico, nell’ inconsueta leggerezza della brevissima For Darling fino alla classicità rock che si respira nell’epica I Built Myself A Metal Bird, si agitano emozioni che toccano nel profondo, a cui e’ difficile restare indifferenti (Rockerilla febbraio/marzo, voto 8)
Un po’ di musica da camera , rock d’avanguardia, qualche attitudine al punk e una spruzzata di psichedelia blues sono il tappeto sonoro che costituisce l’ossatura di questo disco, inattuale e fuori dalle logiche commerciali (Xl Repubblica marzo)
Quel che e’ certo e’ che queste sette canzoni di lunghezza variabile e diffusa intensità rappresentano pienamente le potenzialità di un ensemble di musicisti che continua a iniettare in ogni sua dichiarazione (musicale, testuale, poetica, programmatica, visuale) il massimo quantitativo possibile di autenticità e onestà intellettuale. (disco del mese Mucchio febbraio, 4 stelle)
I recenti cambi di formazione sembrano aver prodotto il solo effetto di spingere Efrim Menuck a dedicarsi maggiormente alla sua chitarra (rimasta l’unica) e soprattutto al cantato che qui raggiunge inedite vette di tensione drammatica. Giganti (Rumore, febbraio voto 8)
Raccogliendo la propria poetica in un solido gheriglio la si e’ resa più vibrante, nel frattempo mostrando che le cose sono cambiate. E’ una nuova pelle, un’altra identità che della precedente trattiene lo spirito. Per questo scintilla più che mai. (Sentire Ascoltare febbraio, voto 7,3)
Questo è quello che la stampa italiano ha scritto dell’ultimo Kollaps Tradixionales:
…questo sesto lavoro di Efrim Menuck e soci e’ uno dei loro più riusciti di sempre. Lunghe composizioni di post rock e psichedelia cinematica che rispettano la forma canzone diluendola in movimenti orchestrali fatti di quiete, tensioni estenuanti e aperture a confusioni celesti. Punk e tradizione, dolore e speranza. ancora grazie (Rolling Stone marzo, 4 stelle)
Funzionano a dovere gli intrecci armonici, lasciati maturare con calma nelle trame dilatate; ne emerge una densa ondata malinconica, in cui la voce sgraziata di Menuck sottolinea i tratti più drammatici con rara incisività. Nei toni apocalittici della title-track (Bury 3 Dynamos) che esplodono nel chorus in un mantra ipnotico, nell’ inconsueta leggerezza della brevissima For Darling fino alla classicità rock che si respira nell’epica I Built Myself A Metal Bird, si agitano emozioni che toccano nel profondo, a cui e’ difficile restare indifferenti (Rockerilla febbraio/marzo, voto 8)
Un po’ di musica da camera , rock d’avanguardia, qualche attitudine al punk e una spruzzata di psichedelia blues sono il tappeto sonoro che costituisce l’ossatura di questo disco, inattuale e fuori dalle logiche commerciali (Xl Repubblica marzo)
Quel che e’ certo e’ che queste sette canzoni di lunghezza variabile e diffusa intensità rappresentano pienamente le potenzialità di un ensemble di musicisti che continua a iniettare in ogni sua dichiarazione (musicale, testuale, poetica, programmatica, visuale) il massimo quantitativo possibile di autenticità e onestà intellettuale. (disco del mese Mucchio febbraio, 4 stelle)
I recenti cambi di formazione sembrano aver prodotto il solo effetto di spingere Efrim Menuck a dedicarsi maggiormente alla sua chitarra (rimasta l’unica) e soprattutto al cantato che qui raggiunge inedite vette di tensione drammatica. Giganti (Rumore, febbraio voto 8)
Raccogliendo la propria poetica in un solido gheriglio la si e’ resa più vibrante, nel frattempo mostrando che le cose sono cambiate. E’ una nuova pelle, un’altra identità che della precedente trattiene lo spirito. Per questo scintilla più che mai. (Sentire Ascoltare febbraio, voto 7,3)
Le date italiane
06/04 Padova - Unwound
07/04 Roma - Circolo degli Artisti
08/04 Bologna - Locomotiv
09/04 Torino - Spazio 211
10/04 Arezzo - Karemaski
11/04 Varese - Twiggy
06/04 Padova - Unwound
07/04 Roma - Circolo degli Artisti
08/04 Bologna - Locomotiv
09/04 Torino - Spazio 211
10/04 Arezzo - Karemaski
11/04 Varese - Twiggy
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