08/03/10

Javelin - No Más

Javelin - Education! from Bennett Williamson on Vimeo.



Ci siamo, focalizzate l’istante, perchè poi la successione degli eventi potrebbe essere precipitosa e lasciare poco spazio alla riflessione. Non vi presentiamo per dovere di cronaca la next big thing, ma una formazione che con l’abilità maestra dei fuoriclasse ha saputo dribblare ogni fondamento indie-rock, almeno per come si intende ai giorni nostri.
Con una base operativa come Brooklyn la tentazione ad uniformarsi è forte, un abito di moda, uno stilista ed una manciata di canzoni che al pop guardano con lucida follia. E invece no, proprio perché con un lontano mentore come David Byrne – escono pur sempre per Luaka Bop – l’imperativo per i Javelin è osare.

Fortuna vuole che l’ennesimo clone degli Animal Collective è scongiurato, i ragazzi sono immersi in una soave rivisitazione dei luoghi più occidentali della world music (perdonate l’ossimoro), spostando in avanti le lancette del tempo di quei capolavori a nome Remain In Light e Fear Of Music.

Nati come collettivo attorno al 2005, I nostri hanno sempre alimentato un DNA black, quasi un’informazione primordiale che riveste di una luccicante patina dance la loro musica. Elementi disco vintage, astrattismi r&b ed addirittura vocalizzi pop (tra gli ospiti del disco una citazione meritevole per quella Larkin Grimm che abbiamo apprezzato anche su Young God) che rimandano alla meticolosa solarità dei Beach Boys. Sono solo alcune delle intuizioni o degli orizzonti svelati nel disco di debutto No Más, che tra l’altro arriva dopo un coppia di dodici pollici in tiratura limitata per Thrll Jockey.

Con l’Africa ed il sud-America nel cuore i Javelin – rigorosamente caucasici nei tratti – stendono un elegante tappeto ritmico, sul quale snocciolare belle rime, con una tensione che ha davvero poco dei timori post-adolescenziali di molti agitatori del circuito indipendente.

Patiti dei sound system giamaicani ma naturalmente attratti da tutto quello che è arte – dalle numerose gallerie alle occasionali installazioni cittadine – nella Grande Mela i Javelin si pongono sin d’ora come la sensazione pop terzomondista (o globale se preferite) pronta ad invadere le cosiddette airwaves.

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