23/03/10

Leo Minor: Dicembre a primavera


Nati sul finire del 2007 - in quel di Verbania - dallo scioglimento di due note band della più evoluta scena hardcore italica (i Wood, il cui lavoro di congedo era stato pubblicato dalla piccola istituzione Green Records di Padova, e i C9 usciti per Terzomillennio) i Leo Minor puntano immediatamente sulle caratteristiche taglienti di un approccio rigorosamente strumentale. Incontrandosi a quell'affascinante bivio dove il rock contempla sia l'eterea delicatezza del suono ambient che le brusche ripartenze del metal meno ortodosso, i quattro si allineano immediatamente al sound poderoso di formazioni americane come Isis, Red Sparowes, Pelican e Russian Circle. Registrato nello studio mobile del Locomotore con l'apporto del tecnico del suono Lorenzo Stecconi (Lento) e del fonico Matteo Spinazzè (da diverso tempo accompagnatore live - dietro il banco di regia - degli Zu) "December" è un disco mozzafiato, composto da 4 lunghissimi episodi che ne disegnano i confini estremamente progressivi. Una musica i cui toni sono rigorosamente nineties, con la fascinazione per il post-rock made in Chicago, le impennate degli scozzesi Mogwai ed il wall of sound di taluni pionieri di casa Southern Lord. L'album è un concept ispirato al libro tibetano dei morti ed il suo marziale incedere ne sostiene l'associazione per tutto il percorso. Ultimate le registrazioni il gruppo decide di rinunciare al basso, affiancando al lavoro estenuante delle due chitarre e della batteria l'uso circoscritto di loop. "December" è anche il primo disco in catalogo della esordiente indie Face Like A Frog, destinata a documentare alcune validissime esperienze nei confini del più ardimentoso rock contemporaneo.

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