Ted Leo è un veterano, non certo di guerra, anche se è stato sempre in prima linea per difendere gli interessi del rock indipendente meno devoto ai voleri del pressante pressapochismo generale. E' stato sempre un cantore gentile, fondamentalmente raffinato, tanto che Pitchfork lo ha definito l'ultimo dei grandi intellettuali rock populisti. Partito tutt'altro che in sordina con i micidiali Citizens Arrest, una delle migliori hardcore band newyorkesi della prima metà dei nineties, è alla testa dei Chisel con i quali incide tre dischi praticamente perfetti per etichetta Gern Blandsten a cavallo tra il 1995 ed il 1997. E'proprio in questa fase che inizia ad elaborare una miscela che fa tesoro delle migliori intuizioni mod, spostando il tiro dal post-punk degli esordi ad una wave fortemente affascinata dal northern soul (basti pensare a certi arrangiamenti fiatistici presenti nel loro canto del cigno). Dopo la breve esperienza con i Sin Eaters, mette in piedi una delle sue creature più longeve, ovvero Ted Leo & The Pharmacists. Licenzia album per alcune delle più influenti label americane, passando da Ace Fu a Lookout ed in tempi brevissimi alla mitica Touch & Go. Per il nuovo album "The Brutalist Bricks" - che arriva dopo due anni di silenzio - il gruppo lascia la casa di Chicago per approdare a Matador, altra istituzione dell'indie americano. Mai domo nel supportare il suo idealistico legame alla scena punk, Ted confeziona un imperdibile lavoro che è ebbrezza pop allo stato puro. Presenti le vibrazioni degli esordi ma anche un modo di concepire i pezzi in maniera pressoché classica. Tanto che fare i nomi di Paul Weller, Elvis Costello o addirittura Billy Bragg non è affatto fuori luogo. Un disco ricco di invenzioni, da inizio a fine, serrato, comunque melodico e contagioso. Un album che vi riconcilierà con l'essenziale arte di fare canzoni.
30/03/10
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento