28/11/08

Viva In The Red!


E’ stato un anno intenso per
In The Red, in assoluto uno dei più memorabili, la testimonianza definitiva di un marchio che ha saputo imporre nuovi dettami nelle basse sfere della scena underground internazionale. Facciamo ordine. C’è una sorta di figliol prodigo che torna alla base con un atipico jukebox: Jon Spencer, ovviamente accompagnato dalla fida Blues Explosion. Di contro un altro enfant prodige dal carattere piuttosto riottoso che di nome fa Jay Reatard, ora destinato a scalare le classifiche indipendenti forte di un accordo con Matador. Ma ve lo diciamo noi, il doppio antologico pubblicato da In The Red è la sua cosa più graffiante: come i Wire e gli Stranglers a braccetto in direzione Back From The Grave e Pebbles. Poi altre ragazze riottose. Tre per l’esattezza, si chiamano Vivian Girls e sono già un fenomeno mediatico. Tra shoegaze ed attitudine lo-fi, il più fresco e roboante pop che avete ascoltato in stagione.
E ancora, l’uomo che dalla Motorcity – Detroit – ha fatto sì che soul e garage rock convergessero in un’unica direzione: Mick Collins. L’ennesima sortita con una rinnovata versione dei Dirtbombs in We Have You Surrounded è roba destinata a cultori e profani. Del resto è stato proprio il frontman di colore a suggerire due fondamentali ad un personaggio come Jack White Stripes.

Le sorprese non finiscono qui, tanto che l’etichetta ci riserva una coppia di uscite proprio sul filo di lama, anche per mettere in difficoltà i rigorosi osservatori dell’underground occidentale. I Mystery Girls sono il lato più gentile della faccenda, hanno iniziato nella natia Green Bay, Wisconsin, poco più che teenagers. Il loro terzo album – Incontinopia – è stato registrato un paio di anni fa e come i vini di buona qualità è rimasto in cantina, a macerare. Ed il suono vintage della band non ha fatto altro che risentirne, benevolmente. Dosi massicce di garage-punk ed r&b, con un tocco di psichedelia, a rendere ancor più fascinose le loro evoluzioni. Spicca in particolare la voce di Casey Grajek, roca e genuinamente blues. Le chitarre di Jordan Davis e Mount Mathieu D'Congo' duellano come nella miglior tradizione di MC5 e Yardbirds. Elementi che fanno di Incontinopia un classico a tutti gli effetti.
Per cinque ragazzi dalle facce pulite abbiamo un corrispettivo più selvaggio, provenienza Inghilterra. Si chiamano Black Time, sono londinesi e da anni sono il terrore dei benpensanti. Almeno coloro che amano crogiolarsi tra sonorità morbide e gentili. Sono una macchina dal vivo, rodatissima, forti di numerosi tour in giro per gli States ed il vecchio continente. Terrore e sgomento. Se volete vederla in questi termini. Eppure questo barbaro garage affogato nel vetriolo farà la gioia di tutti gli oltranzisti. Double Negative è la nuova fatica del trio composto da Lemmy Caution, Janie Too Bad, e Mr. Stix. Se siete abituati al clima teso ed orrorifico delle raccolte Back From The Grave od ai temibili jukebox allestiti dai Cramps, troverete pane per i vostri denti. Il loro immaginario si rifà opportunamente a ricordi fumettistici e cinematografici che odorano di serie b. Una band rock adorata da Ed Wood, nel gioco delle ipotesi. Sono forse l’ultima frontiera del rock’n’roll più animale. E l’apprezzamento dei media specializzati non manca: ‘brani suonati e registrati con una finezza tecnica che fa assomigliare Billy Childish a David Gilmour’ (All Music Guide). Amen.

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