Prendetela come una celebrazione, l’esibirsi dal vivo al Roadbrun Festival di Tilburg, Olanda, assume significati reconditi, che ci portano direttamente indietro alle più rumorose ed affollate stagioni del rock duro. Registrare un album dal vivo in quell’occasione è come raggiungere una piccola vetta nei circuiti della più rumorosa e sublime musica chitarristica. Se un tempo si inneggiava a quei magnifici concerti immortalati dal vivo al Budokan (in Giappone) o all’Hammersmith Odeon di Londra, oggi la geografia del nuovo hard rock pone in rilievo il festival olandese, con i suoi numerosi protagonisti. Ed i californiani Earthless sono già una leggenda di per sé. Con il carismatico Mario Rubalcaba dietro le pelli, enfant prodige ed un tempo pro-skater. Dai suoi trascorsi hardcore con 411, Chicano Christ ed i mitologici Clikatat Ikatowi (Gravity records, un ‘istituzione dalle parti di San Diego) alla maturazione, prima come effettivo nei Black Heart Procession, successivamente con l’ultima incarnazione dei Rocket From The Crypt e di conseguenza negli Hot Snakes. Lui è il motore propulsivo, sul quale si innestano le girandole soniche del chitarrista Isaiah Mitchell (già con i fondamentali Nebula e per un periodo nei Drunk Horse) e del bassista Mike Eginton (ex-Electric Nazarene). Il fatto che gli Earthless siano un gruppo davvero particolare è dato dalla loro presenza sul palco principale del Roadburn, un’occasione più unica che rara, date le circostanze. Il gruppo headliner di quell’edizione – per questioni di privacy ci riserviamo di fare il loro nome, ma sicuramente ai più smaliziati cultori del gente non mancherà occasione di scandagliare negli archivi – rinunciò alle sue due ore di set, lasciando quindi uno strategico spazio da colmare proprio sul main stage. In accordo con gli organizzatori della manifestazione gli Earthless saltano sul palco, pronti a fronteggiare una masnada di rocker, circa 2000 persone affamate di buone vibrazioni. L’opportunità è talmente ghiotta che gli Earthless liberano un fiotto d’energia pari a pochissimi altri. Ed è proprio la dimensione live che rende maggiormente giustizia al power trio, catturato all’apice della sua propulsiva potenza, in un diabolico crescendo psichedelico, che è la loro stessa ragione d’essere. Per certi versi monumentali, basta dare un’occhiata alla durata delle singole tracce per carpire il senso dell’infinito in musica.
06/11/08
Earthless "Live At Roadburn"
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