Uscirà il 16 di febbraio il nuovo album dei newyorkesi Asobi Seksu, titolato "Hush". Il duo composto da James Hanna (chitarra/voce) e dall'affascinante Yuki Chikudate (voce solista e tastiere) si è fatto portavoce del suono shoegaze oltreoceano, raccogliendo peraltro ottimi riscontri e stringendo una solida alleanza con una delle migliori indipendenti inglesi: la One Little Indian.
Ad un primo ascolto possiamo notare come il pop lisergico della coppia abbia subìto una certa accelerazione, risultando per certi versi più nerboruto e violento. Più prepotente anche l'uso della componente elettronica, nella fattispecie dei sintetizzatori analogici che rendono così vintage la loro musica. "Hush", che è il terzo album del gruppo, vive anche su una visione chimica, tanto che le atmosfere evocate da "Blind Little Rain" ci portano idealmente nel campo tanto congeniale al primo Brian Eno solista. Proprio quei giochi tra silenzio ed effettistica ante-litteram onorano il percorso emotivo ed estetico dell'ex Roxy Music.
Ragazzi prodigio stando alle loro stesse ammissioni (Yuki si esibiva in importanti manifestazioni teatrali già alla tenera età di 8 anni, mentre Hanna nella sua adolescenza si divideva tra il culto per certo hardcore e l'innata passione per i Mogwai), i nostri incrociarono le loro strade una volta giunti alla Manhattan School of Music. Solo in quel momento le loro prospettive furono chiare.
"E' stato positivo essere impegnati musicalmente tutto il giorno, tanto che molte delle band in cui ho militato in passato erano propense a provare unicamente di sabato" spiega Hanna, chitarrista con insegnamenti classici alle spalle "Suonare la musica di altri mi ha fatto sentire come un robot per un certo periodo a ben pensarci."
"Sono riuscita a raggiungere il diploma quasi per miracolo," aggiunge Yuki. "Mi piace suonare il piano, ma le tre ore di training giornaliero mi hanno mandato letteralmente in crisi."
Chiusa la parentesi scolastica, Hanna inizia a lavorare a sofisticati brani dream pop, appellandosi a Yuki per il ruolo di front-woman. Il problema semmai era quello di allestire una band vera e propria, capace di imbarcarsi in tour e sostenere tutte le attività promozionali del caso. Dopo una serie di tentativi ed una coppia di album recepiti con entusiasmo dalla critica, sul finire del 2006 Asobi Seksu diviene un duo a tutti gli effetti.
"Il nuovo disco è stato lavorato mentre ci sentivamo fisicamente distrutti" così spiega Hanna. Circostanza insolita, se pensiamo che tutto l'album è circondato da un effetto fenice, una vibrazione positiva che indica anche un nuovo corso; tanto che in brani come "Me and Mary", "Sing Tomorrow's Praise" e "Glacially" potrete ascoltare un fuoco chitarristico ad oggi assolutamente inedito per Asobi Seksu. Ed è evidente anche la distanza presa dal revival shoegaze, nonostante le affinità pubblicamente ammesse nel recente passato. Hanna e Yuki sono così ossessionati dall'idea del suono da esplorare che certo non intendono abbandonarsi ad un'idea esclusiva. Il segreto è nelle dinamiche e nell'utilizzo dello spazio. E' cresciuta l'abilità in veste di arrangiatori, i nostri possono districarsi tra un muro del suono come abbandonarsi a gentili atmosfere, scrollandosi di dosso definitivamente il fantasma di Kevin Shields.
Ad un primo ascolto possiamo notare come il pop lisergico della coppia abbia subìto una certa accelerazione, risultando per certi versi più nerboruto e violento. Più prepotente anche l'uso della componente elettronica, nella fattispecie dei sintetizzatori analogici che rendono così vintage la loro musica. "Hush", che è il terzo album del gruppo, vive anche su una visione chimica, tanto che le atmosfere evocate da "Blind Little Rain" ci portano idealmente nel campo tanto congeniale al primo Brian Eno solista. Proprio quei giochi tra silenzio ed effettistica ante-litteram onorano il percorso emotivo ed estetico dell'ex Roxy Music.
Ragazzi prodigio stando alle loro stesse ammissioni (Yuki si esibiva in importanti manifestazioni teatrali già alla tenera età di 8 anni, mentre Hanna nella sua adolescenza si divideva tra il culto per certo hardcore e l'innata passione per i Mogwai), i nostri incrociarono le loro strade una volta giunti alla Manhattan School of Music. Solo in quel momento le loro prospettive furono chiare.
"E' stato positivo essere impegnati musicalmente tutto il giorno, tanto che molte delle band in cui ho militato in passato erano propense a provare unicamente di sabato" spiega Hanna, chitarrista con insegnamenti classici alle spalle "Suonare la musica di altri mi ha fatto sentire come un robot per un certo periodo a ben pensarci."
"Sono riuscita a raggiungere il diploma quasi per miracolo," aggiunge Yuki. "Mi piace suonare il piano, ma le tre ore di training giornaliero mi hanno mandato letteralmente in crisi."
Chiusa la parentesi scolastica, Hanna inizia a lavorare a sofisticati brani dream pop, appellandosi a Yuki per il ruolo di front-woman. Il problema semmai era quello di allestire una band vera e propria, capace di imbarcarsi in tour e sostenere tutte le attività promozionali del caso. Dopo una serie di tentativi ed una coppia di album recepiti con entusiasmo dalla critica, sul finire del 2006 Asobi Seksu diviene un duo a tutti gli effetti.
"Il nuovo disco è stato lavorato mentre ci sentivamo fisicamente distrutti" così spiega Hanna. Circostanza insolita, se pensiamo che tutto l'album è circondato da un effetto fenice, una vibrazione positiva che indica anche un nuovo corso; tanto che in brani come "Me and Mary", "Sing Tomorrow's Praise" e "Glacially" potrete ascoltare un fuoco chitarristico ad oggi assolutamente inedito per Asobi Seksu. Ed è evidente anche la distanza presa dal revival shoegaze, nonostante le affinità pubblicamente ammesse nel recente passato. Hanna e Yuki sono così ossessionati dall'idea del suono da esplorare che certo non intendono abbandonarsi ad un'idea esclusiva. Il segreto è nelle dinamiche e nell'utilizzo dello spazio. E' cresciuta l'abilità in veste di arrangiatori, i nostri possono districarsi tra un muro del suono come abbandonarsi a gentili atmosfere, scrollandosi di dosso definitivamente il fantasma di Kevin Shields.
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