Arrivano alcune novità da Melodic, ottima etichetta inglese che ci ha preparato un vero set di sopravvivenza per l'autunno.
Registrato presso The Institute of Audio & Visual Science di Manchester, nel quinquennio 2002-2007, "Businessmen & Ghosts" è il classico disco che odora di britannico, con i suoi scenari grigio metropolitani ed il suo appeal leftfield dance. Non un caso che nella città industriale per definizione sia stato concepito questo doppio album dal sapore retro futurista. Prestando fede ad una tradizione che affonda con decisione negli anni ’80, portando in dote le combinazioni ormai tutt’altro che estemporanee tra dance e rock (in questo fondamentale il grado di operatività di etichette quali Factory e Mute), Working For A Nuclear Free City non deludono certo le aspettative con un album che trasversalmente taglia il dancefloor, per appropriarsi contestualmente della recente tradizione IDM e di quella più arcaica propriamente new wave. Disco sospeso tra lucido romanticismo e cinico profetizzare, partendo da un’esperienza suburbana per arrivare a toccare fascinose vette poetiche. La visionarietà del primo Brian Eno o il tocco pop psichedelico degli Stone Roses, chissà quale di questi particolari renderà ancora più appetibili Working For A Nuclear Free City.
Todd Goldstein, da Brooklyn, New York, è l’unico depositario del marchio Arms. Un elemento che ancora ad oggi suscita scalpore, tanto da far sembrare così lontana l’ipotesi di una one-man band. Particolarità degli atteggiamenti, magnetismo delle canzoni, fatto sta che il debutto del 26enne – "Kids Aflame" - odora già di classico. Una scrittura la sua che sembra abbeverarsi alla fonte dei grandi storyteller americani, siano essi i ‘vecchi’ Neil Young e David Byrne od eroi contemporanei della scena indie come Stephin Merritt (The Magnetic Fields). Ed è pressoché un gioco di corsi e ricorsi storici questo sfrontato album d’esordio, alla ricerca del ritornello pop perfetto, del baldanzoso gioco armonico, della signorile immediatezza. Goldstein suona tutto da sé, senza sconti, ipotizzando canzonette country & folk, riverberi in salsa shoegaze e appuntamenti al buio con qualche cappellaio matto della scuola lo-fi. Un disco pieno di inventiva: fragile ed allo stesso tempo delizioso.
Da queste parti cucinano un’ottima zuppa wild & western. Ai controlli – pardon agli strumenti base – troviamo Tommy Eisner di Baltimore (chitarra elettrica e voce) e la fascinosa swedish girl Linda Beecroft (batteria e voce). Si chiamano Golden Animals e suonano rock’n’roll, nulla di così becero invero. Una musica piena di soul e groove, nera nello spirito. La loro immagine potrebbe trarre in inganno, tanto che "Free Your Mind And Win A Pony" sembra avere tutte le sembianze del vostro sbiadito ed inconcludente album di free folk. Nulla di più sbagliato. Qui c’è dell’ottimo boogie, dell’altrettanto passionale rhythm’n’blues: una musica selvaggia però swingante. Siano i Rolling Stones più negroidi, i Royal Trux degli ultimi dischi (quando all’eroina era stato sostituito il metadone) o qualche misconosciuto eroe della psichedelica della costa ovest, nel gioco delle sottili citazioni i Golden Animals certo non sfigurano. Sono il duo da battere al momento e dimenticatevi pure di porcherie tipo The Kills…
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