Chi li ha visti dal vivo di certo non dimenticherà la foga e lo spirito con cui questa band - per metà canadese e per l'altra berlinese - ci ha restituito alcuni dei momenti migliori del rock'n'roll incrociando il garage sound dei sixties con una vena soul che rimanda direttamente ai classici della Stax. Non è affar da poco, quando le canzoni sanno essere allo stesso tempo così travolgenti e calde, incamerando vecchi ideali di vita ed affermando come i distinguo tra black music e suoni chitarristici siano questione da adolescenti brufolosi. Il pubblico variopinto che li accompagna senza esitazione da molti anni a questa parte - il leader King Khan è poi un trasformsita nato, basta scorrere le numerose ragioni sociali con cui è solito esibirsi - costituisce più di una garanzia. Il loro peregrinare artistico non è mai stato fine a sè stesso, diverse etichette per diverse esigenze, dalla Fat Possum alla Norton passando per Crypt e Vice. Eppure con Invisible Girl si torna nella casa dei sogni, la In The Red, che grazie ad un programma di uscite sempre più strabiliante, vuole ottenere un sostanzioso ritorno di immagine. Per King Khan & BBQ Show si tratta del terzo album lungo, un ritorno spumeggiante alle influenze doo-wop ed all'impronta garage che ne hanno costituito il mito. Del resto due personalità così decise come lo stesso Khan e Mark Sultan non possono certo soprassedere su quelle che sono le loro passioni più tardo-adolescenziali. E dunque via a questa giostra di umori e desideri, dove la musica è traino di un gioco mai troppo più grande e dove l'intrattenimento (pur sempre artistico) Ë il primo obiettivo. Long live King Khan & BBQ Show.
22/10/09
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