La storia dei Novillero ha inizio in Winnipeg (la più popolosa cittadina della regione Manitoba in Canada) nel 1999, quando dalle ceneri delle formazioni locali Duotang e Transonic, viene fuori una band improvvisata che si perde in piccole jam da studio. Innamorati nella stessa misura del suono dei seventies come di certo college rock americano, i cinque mettono mano ad un’inedita fusione mod-pop, che mantiene una certa muscolarità di fondo. Rod Slaughter (tastiere e voce), Sean Stevens (chitarra), Dave Berthiaume (batteria e voce), Grant Johnson (basso e voce) e Jack Jonasson (tamburino, percussioni, voce e sintetizzatore) ci offrono le loro sostanziali coordinate: gli Who di High Numbers, i Love di Forever Changes, certo soul e l’eccentricità proto-garage degli Small Faces. I due primi album – "Brindleford Follies" e "Aim Right For The Holes In Their Lives" - riscuotono un immediato successo, confermato anche dalle entusiasmanti performance dal vivo. Spesso dividono il palco con altri celebri canadesi quali New Pornographers e Weakerthans. Con il terzo album "A Little Tradition" che esce in questi giorni anche in Italia per Mint il gruppo spicca il volo, perfezionando quello che è un ibrido pop già eccellente. L’altra novità è rappresentata dalla voce di Keri Latimer del gruppo alternative-country Nathan, che compare in alcuni brani specifici del disco. Un disco che guarda avanti, tra le sue perfette melodie, rispecchiando però il gusto dei tempi che furono.
28/01/09
Novillero
La storia dei Novillero ha inizio in Winnipeg (la più popolosa cittadina della regione Manitoba in Canada) nel 1999, quando dalle ceneri delle formazioni locali Duotang e Transonic, viene fuori una band improvvisata che si perde in piccole jam da studio. Innamorati nella stessa misura del suono dei seventies come di certo college rock americano, i cinque mettono mano ad un’inedita fusione mod-pop, che mantiene una certa muscolarità di fondo. Rod Slaughter (tastiere e voce), Sean Stevens (chitarra), Dave Berthiaume (batteria e voce), Grant Johnson (basso e voce) e Jack Jonasson (tamburino, percussioni, voce e sintetizzatore) ci offrono le loro sostanziali coordinate: gli Who di High Numbers, i Love di Forever Changes, certo soul e l’eccentricità proto-garage degli Small Faces. I due primi album – "Brindleford Follies" e "Aim Right For The Holes In Their Lives" - riscuotono un immediato successo, confermato anche dalle entusiasmanti performance dal vivo. Spesso dividono il palco con altri celebri canadesi quali New Pornographers e Weakerthans. Con il terzo album "A Little Tradition" che esce in questi giorni anche in Italia per Mint il gruppo spicca il volo, perfezionando quello che è un ibrido pop già eccellente. L’altra novità è rappresentata dalla voce di Keri Latimer del gruppo alternative-country Nathan, che compare in alcuni brani specifici del disco. Un disco che guarda avanti, tra le sue perfette melodie, rispecchiando però il gusto dei tempi che furono.
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