19/02/09

Malakai



Ed ora qualcosa di completamente diverso… ok, non si tratta dei Monty Python, ma di un novello cantautore che comunque dalla terra d’Albione arriva. Il luogo è Bristol, mentre il nostro uomo si cela dietro all’enigmatico nomignolo di Malakai (in ebraico sembra voler dire angelo). L’album di debutto "Ugly Side Of Love" esce per la Invada, etichetta gestita da Geoff Barrow, una delle menti pensanti dei Portishead. Un’indipendente che ci ha abituati con i suoi sparuti numeri di catalogo a godere di sempre ottime produzioni, fosse l’hard rock psichedelico dei Gonga od una recente indagine sui gruppi dei sotterranei inglesi dediti a rinverdire i fasti dello shoegaze. Smanioso di dare un contributo a questo suo nuovo pupillo Barrow non si tira certo indietro, né ai controlli, né tanto meno in fase di scrittura. Una supervisione che va ben oltre l’ordinario, sottolineando quello che è uno strabiliante esordio. Hip hop nell’attitudine, psichedelico nel cuore. E’ quasi sfuggente l’opera prima di Malakai, a tratti sembra di ascoltare una garage band jamaicana, altrove un gruppo Merseybeat sospinto dalle basi di RZA. Ma anche un Dick Dale spauracchio sulle onde dell’oceano. Una musica piena di citazioni cinematografiche, per rendere la proposta ancor più commestibile. Pensate che la traccia d’apertura "Warriors", è liberamente ispirata all’omonimo film - I Guerrieri Della Notte in Italia – con una frase simbolo campionata ad hoc a saltellare tra genuini accordi psych-folk-pop: Warriors, come out to play, warriors come out to play? (con l’inimitabile ticchettio delle bottigliette in vetro). Ne volete sapere un’altra? No, non è un pettegolezzo, ma poco ci manca, almeno per i cultori dei rotocalchi musicali. Da qualche parte si vocifera che Malakai sia la re-incarnazione hip-hop di Syd Barrett… Stupiti? Andate oltre con il programma, "Ugly Side Of Love" è talmente denso di sorprese da saziare ogni palato, anche quelli più fini.

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