02/02/09

Goblin Cock



Accompagnati da un immaginario fantasy (per gentile concessione dell’artista Mike Sutfin illustratore dei libri a fumetti su Guerre Stellari e Magic) che è tutto un programma, i Goblin Cock potrebbero ingannarci immediatamente riguardo alle loro nobili origini. Invece non siamo sul carro del revival NWOBHM , né tanto meno sulla strada che a ritroso porta verso il thrash made in Bay Area. Oddio, i Metallica del Black Album si possono anche intuire tra i solchi di "Come With Me If You Want To Live!", ma l’approccio all’heavy metal è per i Goblin Cock un’arte tutta da inventarsi. Appartengono tanto per intenderci a quell’area di musicisti che fanno metallo decontestualizzato, disciplina in cui il ruolo da leader spetta ai Fucking Champs dell’ex_Nation Of Ulysses (Tim Green) ed ai Pink Mountain (progetto estroso concepito da jazzisti off come Gino Robair e Scott Rosenberg). Dov’è il trucco dunque? Ogni buon teenager americano – pur con l’aspetto da irriducibile nerd – ha masticato dell’heavy metal in tenera età, quello più bieco: roba tipo Manowar (difensori della fede, uh! che ridere) o Megadeth (già meglio, "Peace Sells…But Who’s Buying" rimane pur sempre un capolavoro). Impensabile che tali influenze non possano sgorgare dalla penna di un inguaribile proletario dell’indie rock come Rob Crow. Che spesso è stato visto in giro con una maglietta dei Venom. Scusate se è poco… Dopo il debutto "Bagged And Boarded" del 2005 (Absolutely Kosher) il gruppo ha trascorso quasi 4 anni nell’ombra, per poi sentenziare il suo ritorno con "Come Wtih Me If You Want To Live!" (edito dalla personale Robcore). E Rob, che in passato ci ha deliziato in primis coi Pinback ed altri gruppi di nicchia quali Heavy Vegetable, Thingy o Ladies, certo non dimentica il suo percorso. Ecco perché quello che ascolterete è un disco fatto sì di chitarre metalliche, ma anche di sbilenche melodie college-rock, in un impianto stilistico di certo deviato. Storceranno la bocca i maniaci del genere, correranno nuovamente incontro a Rob tutti gli indie kids, che vedono il corpulento chitarrista/cantante come depositario del nuovo verbo. Metal up your ass? No! Metal up your class!




GOBLIC COCK - "We've Got A Bleeder" Music Video - Directed By Matt Hoyt

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