Luke Vibert torna con un album a suo nome, ed è pronto a stupire i più incalliti sostenitori con un disco che continua a fugare le più ovvie aspettative. Non propriamente un compendio stilistico, nè tanto meno un riassunto delle puntate precedenti. Troppo facile per l'uomo che ha attraversato in lungo e in largo l'emisfero elettronico, toccando il downtempo e l'acid house, firmando un capolavoro del drum'n'bass con l'acronimo di Plug e regalando ai più esperti collezionisti anche una raccolta di nuggets elettronici. Da Wagon Christ a Kerrier District, passando per l'esagitato alter ego Amen Andrews (con il quale ha inciso per la Rephlex di un fratello spirituale quale Aphex Twin) ed il disco tagliato a 4 mani con un pioniere quale Jean Jacques Perry, Vibert non si è mai ripetuto, facendo del suo approccio al dancefloor una questione quanto meno trasversale e poliedrica.
E We Hear You - fuori su Planet Mu - rischia davvero di essere uno dei suoi album migliori, per la lucidità con cui tutti gli elementi collimano, in una serie di fuochi pirotecnici che lasciano davvero poco al caso. E Vibert fa le cose davvero in grande: De-pimp Act ad esempio connette Terry Riley, il dubstep e l'hip hop con una leggerezza tale da far sembrare la pratica cosa da tutti i giorni. Di contro ci sono tracce come Hot Sick e Square Footage che assomigliano ad un distillato dei più reconditi sogni dei Daft Punk. E ancora Dive and Lie Wrecked, che sembra un omaggio al 2-step, con una peccaminosa melodia G-funk.
Un mago della consolle ed un artista comunque dotato di un gusto pazzesco, così Luke Vibert si ripresenta in scena, quando il nostro orologio punta deciso verso il 2010.
E We Hear You - fuori su Planet Mu - rischia davvero di essere uno dei suoi album migliori, per la lucidità con cui tutti gli elementi collimano, in una serie di fuochi pirotecnici che lasciano davvero poco al caso. E Vibert fa le cose davvero in grande: De-pimp Act ad esempio connette Terry Riley, il dubstep e l'hip hop con una leggerezza tale da far sembrare la pratica cosa da tutti i giorni. Di contro ci sono tracce come Hot Sick e Square Footage che assomigliano ad un distillato dei più reconditi sogni dei Daft Punk. E ancora Dive and Lie Wrecked, che sembra un omaggio al 2-step, con una peccaminosa melodia G-funk.
Un mago della consolle ed un artista comunque dotato di un gusto pazzesco, così Luke Vibert si ripresenta in scena, quando il nostro orologio punta deciso verso il 2010.
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