26/05/09

The Soundcarriers



Sarà che del termine psichedelia si è piuttosto abusato di questi tempi, ma per l’occasione ci pare proprio il caso di fare chiarezza, introducendo nella maniera più corretta la musica di questa formazione di Nottingham al suo debutto sulla lunga distanza. Già dal titolo dell’album – "Harmonium" – si coglie una fascinazione per certo minimalismo, tanto che lo strumento omaggiato riporta in auge proprio quegli scenari a cavallo tra i 60 lisergici ed i 70 più astrali. Spaziali, mentalmente liberi, autori di inconsueti rare grooves per l’età moderna. Questo l’identikit dei quattro britannici, che seguono idealmente la scia di campioni del retro-nuevo come Broadcast, Plone od i recenti Seeland. Va detto poi della comunione di intenti che li lega agli artisti del catalogo Too Pure di metà 90, Stereolab in primis, ma anche Laika o Moonshake. Nelle tecniche d’incisione che hanno portato alla creazione di "Harmonium", il gruppo si è palesemente ispirato a due magistrali interpreti delle tecnologie di studio, David Axelrod e Phil Spector, figure che hanno saputo innalzare il rock psichedelico, il jazz-funk ed il soul ad una dimensione ultraterrena, grazie anche ad un arsenale di strumenti vintage, che comprendeva sintetizzatori analogici, organi, flauti, arpe, campane e xilofoni. Sponsorizzati addirittura da Chris Dedrick dei Free Design – con i quali sono riscontrabili alcune analogie, soprattutto nell’impianto vocale – i Soundcarriers ci avvolgono nel loro mantra pop, con arrangiamenti ricchissimi. Questa è l’ideale prosecuzione di un progetto messo in piedi originariamente con il chitarrista Little Barrie (turnista di grido spesso visto in azione con Primal Scream e Morrissey), per riportare alla luce alcuni dei momenti più solidi dell’immaginario space rock contemporaneo. Con una lista di rimandi che includeva Can, Pink Floyd e qualche alfiere del cosiddetto library sound. Questo è l’ideale svolgimento di quella oppiacea avventura, fuori una chitarra e dentro la voce angelica di Leonore, anche lei da Nottingham. Collezionisti accaniti di musica i nostri provano a far trapelare tutti i loro possibili interessi, anche attraverso citazioni minute: tropicalia, bollywood, folk europeo, surf e naturalmente exotica. Ma è il modo in cui questi disparati elementi vengono commutati a fare di Harmonium un disco di per sé memorabile, riprova della direzione artistica sempre puntuale di casa Melodic.

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