Jordan McKenzie ed Emi Honda, sono partner nella vita. E lo sono anche artisticamente parlando. Elfin Saddle è il loro intimo progetto e vede la luce per Constellation.
Ringing For The Begin Again è stato registrato presso il celeberrimo Hotel2Tango di Montreal – loro città natale – dal vate Efrim Menuck, che oltre ad essere il leader di A Silver Mt Zion è anche il direttore artistico dell’etichetta canadese. La musica del duo si scosta notevolmente da quanto generalmente proposto da Constellation, non c’è il livore di alcune sue pubblicazioni di stampo più folk, nemmeno le orchestrazioni da dopo-rock che da Godspeed You Black Emperor in giù hanno a grandi passi segnato una delle più mistiche evoluzioni del rock indipendente. Jordan ed Emi si scambiano spesso gli strumenti oltre che il microfono, il loro è un universo incantato, quasi una favola barocca, consumata in un intimismo che sa di pop da camera. Chitarra acustica, ukulele, banjo, xilofono e addirittura campane entrano in campo, con l’aggiunta repentina di Nathan Gage degli Shapes And Sizes al contrabbasso ed alla tuba.
Tra gli altri ospiti del disco Jessica Moss (di A Silver Mt Zion) e Nick Scribner dei Clues, altra recente scoperta di casa. Molto naturalista l’immaginario del gruppo che in Ringing For The Begin Again, mette in scena anche un panorama lirico piuttosto uniforme. Le loro canzoni spesso entrano nell’ottica fiabesca introducendo tutta la sensibilità di Emi, che canta in giapponese il brano Running Sheep. E della sua terra antica spesso emergono le memorie più rurali. E ‘un disco gentile, velato di una melanconia minimalista, potremmo definirlo pop contemporaneo, una musica che affonda nella tradizione di Penguin Cafè Orchestra, Van Dyke Parks e di un America quasi sparita.
Ringing For The Begin Again è stato registrato presso il celeberrimo Hotel2Tango di Montreal – loro città natale – dal vate Efrim Menuck, che oltre ad essere il leader di A Silver Mt Zion è anche il direttore artistico dell’etichetta canadese. La musica del duo si scosta notevolmente da quanto generalmente proposto da Constellation, non c’è il livore di alcune sue pubblicazioni di stampo più folk, nemmeno le orchestrazioni da dopo-rock che da Godspeed You Black Emperor in giù hanno a grandi passi segnato una delle più mistiche evoluzioni del rock indipendente. Jordan ed Emi si scambiano spesso gli strumenti oltre che il microfono, il loro è un universo incantato, quasi una favola barocca, consumata in un intimismo che sa di pop da camera. Chitarra acustica, ukulele, banjo, xilofono e addirittura campane entrano in campo, con l’aggiunta repentina di Nathan Gage degli Shapes And Sizes al contrabbasso ed alla tuba.
Tra gli altri ospiti del disco Jessica Moss (di A Silver Mt Zion) e Nick Scribner dei Clues, altra recente scoperta di casa. Molto naturalista l’immaginario del gruppo che in Ringing For The Begin Again, mette in scena anche un panorama lirico piuttosto uniforme. Le loro canzoni spesso entrano nell’ottica fiabesca introducendo tutta la sensibilità di Emi, che canta in giapponese il brano Running Sheep. E della sua terra antica spesso emergono le memorie più rurali. E ‘un disco gentile, velato di una melanconia minimalista, potremmo definirlo pop contemporaneo, una musica che affonda nella tradizione di Penguin Cafè Orchestra, Van Dyke Parks e di un America quasi sparita.
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