L’ex-enfant prodige della scena elettronica californiana è di nuovo sul piede di guerra. Miguel Manuel De Pedro è divenuto nel frattempo un uomo, oltre che uno stimato produttore (per ulteriori credenziali rivolgetevi pure ai Depeche Mode, per i quali impacchettò un remix al fulmicotone di Dream On). Shout At The Doner – il titolo ironizza sullo Shout At The Devil dell’ istituzione sleazy metal Motley Crue – è il suo album più completo da molti anni a questa parte, la summa di quanto proposto dal musicista, in un clima esilarante fatto di campionamenti schizoidi e ritmi che occhieggiano tanto alla techno quanto al ragga ed alla digital culture di origine jamaicana.
Abbandona la costa occidentale degli Stati Uniti e si trasferisce nella mecca multiculturale per eccellenza: Berlino. Passa in rassegna le sue maggiori influenze: LFO, AFX, Green Velvet, Mouse On Mars e addirittura Giorgio Moroder, e tenendo presente l’esperienza della primordiale acid house - come la morbida e decadente sauna del dopo rave - realizza il suo disco più eclettico ed allo stesso tempo ballabile.
Allo stato attuale Kid 606 è ancora un outsider, così ricche ed intense le sue informazioni musicali da non lasciar scampo a revisionismi di sorta. Un cane sciolto tutto sommato, che ama la più selvaggia club culture e non intende cedere ai più comodi trendesetter. Qualcuno ha utilizzato l’etichetta techno punk parafrasando l’atteggiamento incompromissorio del nostro, di sicuro Miguel di timori reverenziali non ne ha. Tanto da portare la sua musica in tour per i maggiori club del mondo a partire da questa estate.
Il disco solidifica il rapporto di collaborazione con l’inglese Very Friendly, che per l’ Europa licenzia il disco originariamente marchiato Tigerbeat 6 (casa di produzione dello stesso Kid 606) Bentornato
Abbandona la costa occidentale degli Stati Uniti e si trasferisce nella mecca multiculturale per eccellenza: Berlino. Passa in rassegna le sue maggiori influenze: LFO, AFX, Green Velvet, Mouse On Mars e addirittura Giorgio Moroder, e tenendo presente l’esperienza della primordiale acid house - come la morbida e decadente sauna del dopo rave - realizza il suo disco più eclettico ed allo stesso tempo ballabile.
Allo stato attuale Kid 606 è ancora un outsider, così ricche ed intense le sue informazioni musicali da non lasciar scampo a revisionismi di sorta. Un cane sciolto tutto sommato, che ama la più selvaggia club culture e non intende cedere ai più comodi trendesetter. Qualcuno ha utilizzato l’etichetta techno punk parafrasando l’atteggiamento incompromissorio del nostro, di sicuro Miguel di timori reverenziali non ne ha. Tanto da portare la sua musica in tour per i maggiori club del mondo a partire da questa estate.
Il disco solidifica il rapporto di collaborazione con l’inglese Very Friendly, che per l’ Europa licenzia il disco originariamente marchiato Tigerbeat 6 (casa di produzione dello stesso Kid 606) Bentornato
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