Da Austin, Texas, i Balmorhea rendono ancora più vitale ed imperdibile la concezione di musica da camera, partendo da una prospettiva di certo più prossima alle rarefazioni del rock sotterraneo degli ultimi 10 anni. Aldilà delle definizioni è una musica struggente, ricca di pathos, capace di avvolgere in un fascio di romantica luce. All is Wild, All is Silent introduce la nuova formazione ora allargata a sei elementi. La band precedentemente nota per la sobrietà dei suoi arrangiamenti, conquista ora un palcoscenico inedito, abbracciando sonorità più complesse, pur sempre rarefatte. L’aggiunta di una batteria, di un contrabbasso e l’utilizzo della voce come strumento (assenti le liriche, è più un vibrato ancestrale quello che odiamo in sottofondo) rendono semmai più ricche le sfumature delle loro composizioni. E’ una musica ancestrale, con una forte connessione all’idea di natura. La musica di Balmorhea può considerarsi come la risposta più ricercata – e per certi versi accademica – ai morbidi effluvi degli islandesi Sigur Ros. Dopo un album così completo i nostri vedranno rielaborato il loro All is Wild, All is Silent da esponenti della nuova elettronica e del rock più catatonico come Eluvium, Xela, Helios, Bexar Bexar, Tiny Vipers, Library Tapes e ancora altri. Un ulteriore segno di vitalità e operatività ad ampio raggio.
remembrance // balmorhea // all is wild, all is silent from Jared Hogan on Vimeo.
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