22/05/09

Kill It Kid


Dalle parti di One Little Indian iniziano a fregarsi le mani, come nelle manifestazioni sportive più rinomate i grandi talenti si riconoscono dai primi vagiti. Ed artisticamente parlando i Kill It Kid sono davvero una ventata d’aria nuova nel mondo del pop inglese, proprio perché non fanno nulla per uniformarsi alle più insipide melodie brit, tirando anzi in ballo southern rock, blues disossato e addirittura qualche tratto operistico. Formatisi meno di un anno fa i Kill It Kid sonogià sulla bocca di ogni critico di settore che si rispetti. Il tratto caratteristico è dato dalla presenza delle due voci alternate di Chris Turpin e Stephanie Ward. Ascoltando il loro primo singolo “Send Me An Angel” – ve ne saranno altri due per lanciare adeguatamente il loro album di debutto – l’ugola di Chris Turpin finisce addirittura col coglierci di sorpresa, ricordando una versione più agile e sicuramente indie-oriented dell’adorabile Antony Hegarty. Ma la musica di Kill it Kid è appunto una tempesta orchestrale, imprevedibile, tanto da lasciare interdetti anche al momento di voltare la facciata – pensate che questo 7 pollici uscirà in una tiratura limitata di 500 copie – per una “Date It The Day” pregna di umori delta blues, di slide e fiddle, quasi da sembrare una take modernista del tanto vezzeggiato pre-war folk. Ryan Hadlock (già al banco di regia per Gossip e Blonde Redhead) cura la produzione di “Send Me An Angel”, mentre la b-side è prodotta da Liam Watson (White Stripes) presso il mitico studio londinese Toe Rag. I Kill It Kid erano stati subito apprezzati dall’ex-Bad Seeds John Parish, che su suggerimento del tutor di Chris al college si avvicina al gruppo, lasciando addirittura aperte le porte ad un’eventuale collaborazione. L’album di debutto del gruppo vedrà la luce in autunno, prodotto a Seattle negli stessi studi dei Fleet Foxes con l’ausilio del sopracitato Ryan Hadlock. Già gruppo d’apertura per Ipso Facto, The Virgins, Phoebe Killdear (Nouvelle Vague) e Pete and the Pirates i Kill It Kid non solo vi faranno gridare al miracolo, ma vi staccheranno con prepotenza da quelle scomode sedie.


Send Me An Angel Down

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