Presso i quartieri generali della Stones Throw – con il boss Egon in testa - si sono sempre dichiarati fans della psichedelia, se possibile oscura e decadente. Quel tipo di sonorità che andrebbero a costituire un ipotetico Nuggets od un mixtape dal profondo senso mistico. Nessuna sorpresa, la storia ci ha insegnato come i dj’s siano i veri cratedigger, quelli che si fanno spazio a gomitate in mezzo ai polverosi scaffali di dischi, per mettere a segno l’agognato colpo a sorpresa. Un preambolo doveroso per narrare le vicende dell’oriundo Koushik, mezzosangue di origine indiana e con passaporto canadese. Accomunato per spirito di iniziativa all’altro connazionale Manitoba/Caribou, il nostro ha presto conquistato le grazie di Stones Throw grazie ad un ibrido fortemente lisergico a base di beats hip-hop e campioni d’epoca. Un caleidoscopio, letteralmente, dove brass band incontrano misconosciuti gruppi garage, grandi orchestre vanno a braccetto con fenomenali batteristi jazz, momenti di trance psichedelica sfumano nel pop d’autore. Il primo singolo di Koushik ha visto la luce non a caso per Text, indipendente a mezzo servizio gestita da Four Tet, altro cospiratore con cui il nostro deve condividere più di un punto filosofico in comune. La vera novità del disco – Out My Window, luogo d’osservazione speciale a ben vedere – è la voce dello stesso Koushik, il suo stile è soffice e posizionato proprio al centro della traccia (questo nell’ottica dei maniaci del mixaggio), e suona – a detta degli stessi interni di Stones Throw – come uno di quei cori ascoltati nei vecchi dischi di Percy Faith o delle 101 Guitars dei tardi sessanta. A prescindere dal fatto che siate seguaci degli artisti sopra menzionati, non potete davvero rinunciare a questo disco: un compendio ideale per chi ama il pop psichedelico immerso in salsa abstract funk.
27/08/08
Koushik - Out My Window
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