
Il nuovo Impossible Spaces non è da meno, tanto che a 4 anni dal suo predecessore l’artista ha avuto tutto il tempo necessario a focalizzare nuove strutture, facendo convivere il gusto per il ritmo con soavi arrangiamenti acustici. In un solo termine si potrebbe parlare di lavoro avventuroso: c’è voglia di stupire, tentando accostamenti solo apparentemente azzardati. La logica è quella di trovare la fluidità nella complessità, con una moltitudine di suoni affastellati che puntano in direzione di una forma canzone moderna. Su tutto la voce angelica di Perri, un faro nelle notte buie invernali, un usignolo che indica la strada maestra.
La sensazione forte è che Perri cerchi una nuova verginità di album in album, riprova ne sono i sette brani in scaletta, che puntellano una carriera costellata da intrepidi esperimenti. Accompagnato – tra gli altri – da un polistrumentista come Ryan Driver (qui al flauto, ma noto per i suoi spettacolari dischi in solo per Fire) – il nostro sceglie la via di un indie-rock decisamente progressivo, non fosse altro per il numero degli strumenti utilizzati ed il ricorso propedeutico a fiati ed archi. Tant’è vero che questo Impossible Spaces può davvero aspirare ad una risposta alternativa ai fasti degli Steely Dan. Certi che Perri non si risenta per l’accostamento
Love And Light - SANDRO PERRI by Constellation Records
Nessun commento:
Posta un commento