27/10/10

Zach Hill torna con un album solista ricco di ospiti



Non conosciamo attributo più appropriato di "vulcanica" per dipingere la personalità agitata di Zach Hill. Californiano doc, si sedeva dietro ai tamburi già in tenerissima età per poi esplodere i suoi letali colpi - poco più che maggiorenne – col gruppo che gli regalerà le prime soddisfazioni artistiche: gli Hella. Il duo – ora ampliato a quartetto – fu una delle intuizioni più fortunate dell’allora sussidiaria di Kill Rock Stars, 5 Rue Christine. Demolendo i luoghi comuni del math-rock, gli Hella sfruttavano la loro certosina tecnica per forgiare un rock progressivo imbevuto in salse avant-garage e 8-bit. Da quel momento in poi il battitore di pelli – anche il talentuoso showman - non si è più arrestato, affiancando il suo nome a quello di sua maestà deil basso Les Claypool oltre che al vocalist icona del nu-metal Chino Moreno (nei Team Sleep). Lungi dal passare per session man salariato, Zach sposa unicamente i progetti a lui congegnali, è così al servizio della virtuosa della sei corde Marnie Stern come alla corte di quell’altro geniaccio che è Omar Rodriguez Lopez (Mars Volta). Con tutte queste amicizie potete immaginare forse un disco privo di ospiti? "Face Tat" è il nuovo Frankestein di Zach Hill, edito da Sargent House, dopo che la Ipecac di Mike Patton (e la stessa Anticon per il vinile) ne avevano tenuto a battesimo il debutto in solo. Un disco abrasivo ed eclettico ad ogni buon conto, dove broken beat e metallo urlante sembrano andare di pari passo. Laddove si accenni a qualche melodia indie-pop è presto la tempesta sonica a recitare la parte da padrone. Questo per dire che il senso melodico e sperimentale di Hill è sempre assoggettato ad una forma di aggressione positiva. Per un Devendra Banhart che prova a farlo rinsavire, c’è un Guillermo Scott Herren (Prefuse 73) che trasla il suo desiderio di ritmo nevrastenico. Poi ovviamente altri trafficanti di rumore nobile come Dean Spunt e Randy Randall dei No Age, Carson McWhirter degli stessi Hella ed un vate del più intellettuale rock matematico come Greg Saunier (Colossamite, Gorge Trio, Deerhoof). Tredici pezzi al cardiopalma per saggiare non solo le doti di un grande strumentista, ma anche di un uomo che non perde l’occasione di divertirsi.

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