16/07/08

Dusk + Blackdown



Muta ancora il corpo di quello che ad oggi continuiamo – ostinatamente - a chiamare dubstep, non più una nicchia di settore bensì un luogo di partenza per evoluzioni e soluzioni musicali di rango. Margins Music è l’album di debutto del duo di produttori londinesi Dan Frampton e Martin Clark. Per gli addetti ai lavori sono Dusk & Blackdown, una sigla da mandare a memoria più facilmente. Dopo la solita gavetta costellata da una manciata di dodici pollici pubblicati per la personale Keysound Recordings, arriva l’esordio sulla lunga distanza con Margins Music, titolo che non lascia dubbi sull’attitudine ‘cosmopolita’ del gruppo. Fortemente ancorati al suono londinese, Dusk & Blackdown vanno ben oltre le credenziali del grime o del dubstep, perché della propria città catturano gli umori più underground, quelli che danno vita ad una sorta di world music futurista suggellata dai ritmi in levare. Spezie e aromi di estremo oriente ed India, nelle tracce del disco, a suggellare una nuova spiritualità ed ispirazione stilistica, con voci che arrivano dalla Mecca o da qualche lontano mercato delle pulci.
Un disco che a suo modo parla della diversità della città londinese, piena di mille contraddizioni eppure capace di ispirare un sensibile scatto artistico. Un misto di familiarità ed incertezza, che sembra essere il tema portante di questi brani: sospesi tra soffici ritmi 2-step, campionamenti di voci asiatiche, line di basso intimidatorie e violini che sanno anche di est Europa. Lo stesso processo che ha portato Burial a ridefinire il formato canzone attraverso le architetture ritmiche del dubstep.
Un disco globale che incorpora disparate influenze: dall’hip-hop inglese ai cosiddetti desi beats, da Bollywood al garage passando per ragga e grime.
Tra gli ospiti segnaliamo Target con il Roll Deep Entourage, Farrah, Trim e Durrty Goodz.
Martin Clark (in arte Blackdown) è da tempo uno dei protagonisti della scena britannica, tanto che la sua collaborazione con il magazine on-line americano Pitchfork - The Month In: Grime/Dubstep – ha preparato il terreno ad una vera è propria invasione transoceanica.

Non solo lame affilate nelle notti londinesi, ma anche un urlo di libertà che passa attraverso le oscure tessiture ritmiche di questo duo.


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