17/02/12

Una delle migliori chanteuse americane debutta su Jagjaguwar


Una tensione emotiva palpabile sin dalle prime note, così si presenta ‘Tramp’, l’album che segna una crescita artistica esponenziale per la chanteuse statunitense. Edito da Jagjaguwar – sua nuova casa discografica - il disco è frutto di oltre un anno di sessioni, in cui la nostra Sharon (al tempo senza fissa dimora) trova rifugio ed ospitalità presso artisti e spiriti affini. Un’unica costante, il ritorno presso lo studio do it yourself di Aaron Dessner dei National (che possiamo ascoltare anche come ospite nel disco), luogo in cui si forgerà definitivamente il lavoro.

Nonostante gli scampoli di tempo a disposizione la nostra è riuscita a dare profondità al suo sentire, venendo fuori con una prepotente vena pop-sperimentale. Una visione inedita, la stessa che ha permesso alle sue prime due pubblicazioni di inserirsi sottopelle, ammaliando più di un ricercatore nel mare magnum dell’indie. Dodici brani che tagliano il traguardo dei 33 minuti, una tale passione che vi lascerà di stucco, complice una vena cantautoriale quasi epica, spasmodica. C’è molta elettricità nell’aria, una tensione che si può tagliare con la lama di un coltello. Solo Pj Harvey è riuscita ad infondere tanto pathos ad un’originaria forma pop. ‘Tramp’ conta anche sugli interventi puntuali di Jenn Wasner dei Wye Oak, dell’astro nascente Julianna Barwick e del fondatore di Beirut Zach Condon, proprio per dare un’idea di quanti attraversamenti abbia compiuto la giovane artista del New Jersey. Voce più che attendibile di un’America rurale e in contro tendenza.

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