Prima ristampa in digitale al di fuori del mercato inglese di questo classico dell’acid-folk britannico, pubblicato originariamente dalla rinomata Harvest nel 1970. Light In The Attic dà ancora una volta il benestare ad un’operazione di carattere quasi filantropico, tanto che il vinile dell’omonimo disco è pezzo da collezione spesso inavvicinabile. Con figure di spicco del rock inglese quali Mick Ronson (possiamo ascoltare il chitarrista in tutto il suo splendore prima della fortunata joint-venture con David Bowie) ed il bassista dei leggendari Steeleye Span Rick Kemp, il disco si dipana tra trame elettro-acustiche dal fascino antico, grazie anche al puntuale inserimento degli archi che donano un vago tono medievale alla selezione tutta. Il disco è stato prodotto dal Re mida Gus Dudgeon, proprio all’indomani del successo commerciale ottenuto con il singolo Space Oddity del duca bianco.
Non rinomato al pari di innovativi cantori contemporanei come Roy Harper, John Marytn e Bert Jansch, Michael Chapman ha in realtà occupato uno spazio vitale sulla scena inglese, muovendosi lungo una linea di demarcazione che da una parte guardava con reverenza agli eroi della canzone rurale e dall’altra incoraggiava più moderni esperimenti di scrittura. Per la stessa etichetta che fu asilo di menti distorte del pop contemporaneo come Kevin Ayers and Syd Barrett, Chapman licenziò ben quattro album. A detta dei critici più puntuali Fully Qualified Survivor si pone come pietra d’angolo della sua discografia. Un disco che ne esalta le caratteristiche di musicista innovativo, capace di cavalcare una psichedelia della mente figlia del suo tempo.
Tra gli elementi cardine del disco – oltre ai numeri da capogiro del giovane Mick Ronson – possiamo cogliere la lisergica vocalità di Chapman, unitamente ai lussureggianti arrangiamenti che prevedono anche l’uso di percussioni esotiche e del violoncello di Paul Buckmaster, l’uomo che in pratica descrisse il capolavoro oscuro di Elton John “Mad Man Across The Water.”
Accostando questo album a Flat Baroque di Roy Harper, Inside Out di John Martyn, e Jack Orion di Bert Jansch, avrete un poker di pubblicazione incredibili per le mani.
Non rinomato al pari di innovativi cantori contemporanei come Roy Harper, John Marytn e Bert Jansch, Michael Chapman ha in realtà occupato uno spazio vitale sulla scena inglese, muovendosi lungo una linea di demarcazione che da una parte guardava con reverenza agli eroi della canzone rurale e dall’altra incoraggiava più moderni esperimenti di scrittura. Per la stessa etichetta che fu asilo di menti distorte del pop contemporaneo come Kevin Ayers and Syd Barrett, Chapman licenziò ben quattro album. A detta dei critici più puntuali Fully Qualified Survivor si pone come pietra d’angolo della sua discografia. Un disco che ne esalta le caratteristiche di musicista innovativo, capace di cavalcare una psichedelia della mente figlia del suo tempo.
Tra gli elementi cardine del disco – oltre ai numeri da capogiro del giovane Mick Ronson – possiamo cogliere la lisergica vocalità di Chapman, unitamente ai lussureggianti arrangiamenti che prevedono anche l’uso di percussioni esotiche e del violoncello di Paul Buckmaster, l’uomo che in pratica descrisse il capolavoro oscuro di Elton John “Mad Man Across The Water.”
Accostando questo album a Flat Baroque di Roy Harper, Inside Out di John Martyn, e Jack Orion di Bert Jansch, avrete un poker di pubblicazione incredibili per le mani.
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