"We Used To Think The Freeway Sounded Like A River" è l’ottavo disco da studio per il collettivo Richmond Fontaine, ancora una volta sotto l’egida della fidata Décor Records (American Music Club, Franz Nicolay). Il gruppo definito dalla prestigiosa testata Uncut come una delle realtà più rappresentative nel genere Americana, torna ad impressionare sulla lunga distanza, con quella che ad oggi potrebbe essere la sua collezione di brani più avvincente ed orecchiabile. Per il leader Willy Vautlin, celebrato scrittore contemporaneo - autore di un romanzi culto come Motel Life - è forse il balzo decisivo verso la notorietà. Per lui sono stati spesi fiumi di inchiostro, l’uomo che per molti è la nuova speranza del più ombroso cantautorato a stelle e strisce, è infatti di consueto avvicinato ad un Dylan alieno oppure ad un the Boss dal taglio più bucolico e mesto. E’ indubbio come la musica della sua band muova da questi riferimenti per poi abbracciare nuove vie, rimettendo in discussione 30 anni buoni di rock americano, citando quasi in tappe metodiche i Jayhawks, il periodo più tardo dei Replacements e gli strabilianti arrangiamenti della E Street Band. La gestazione di "We Used To Think…" inizia al termine di un lungo tour conclusosi nel 2007 in supporto all’album Thirteen Cities. Un tragico evento si abbatte a questo punto su Vlautin, la perdita della madre, giusto due giorni prima di chiudere l’impegnativa serie di concerti. La scrittura del nuovo album, il suo contenuto lirico, non può certo piegarsi ad una volontà esterna. I testi riflettono infatti sull’essenza stessa della famiglia e dei legami di sangue, spingendo la musica di Richmond Fontaine verso ulteriori derive intimiste. Ma le disgrazie spesso non arrivano mai sole, e dopo la perdita di un caro familiare Vlautin cadendo da cavallo si infortuna seriamente ad un braccio, dovendo così relegare la sua attività di scrittore, ormai capace di correre in parallelo con quella di musicista. Rimessosi in sesto dopo due mesi di accurata terapia, lavora ad un racconto inedito, Lean On Pete, la cui uscita è prevista per il febbraio 2010 per l’editore Faber & Faber. "We Used To Think…" assembla così umori del recente passato, risultando forse nella migliore performance della formazione, che in studio è stata per l’occasione coadiuvata dalla coppia di produttori Larry Crane e JD Foster (già dietro al banco di regia per Dwight Yokam e Calexico). Lo studio che li ha accolti è invece il Crane’s Jackpot (da qui sono passati The Go-Betweens, Elliott Smith, The Decemberists e The Shins) in quel di Portland. Sono 14 brani che parlano forse di orizzonti spariti, di quella vita On The Road così logicamente ispirata dall’omonimo racconto di Jack Kerouac. Assieme a Willy (chitarra, voce) gli uomini di sempre: Sean Oldham (batteria, voce), Dave Harding (basso) e Dan Eccles (chitarra). Tra gli ospiti si segnalano invece Collin Oldham (cello, cellomobo), Paul Brainard (pedal steel, tromba) e Ralph Huntley (piano). Il gruppo sarà in autunno in Europa con apparizioni nelle più importanti città del vecchio continente, comprese un paio di date in Italia, ancora da annunciare ma probabili per fine Ottobre. Per ora un grande disco, con impressa la migliore dedica al genere Americana.
14/07/09
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