12/12/08

Jonathan Richman



E’ sempre un piacere ritrovare l’ex-leader dei Modern Lovers, anche in una situazione così intimista, addirittura confidenziale. E’ un Jonathan Richman per certi versi inedito quello che incontrerete nei solchi del nuovo album pubblicato da Munster "? A Que Venimos Sino A Caer?"– che in inglese sta per What Are We Here For But To Fall Down - una raccolta di brani che presenta principalmente pezzi cantati in spagnolo, concedendosi peraltro stuzzicanti interpretazioni in lingua francese ed italiana. Molti dei brani compresi in questa collezione sono stati concepiti in quel di Tarifa, laddove un ispirato Richman prendeva appunti su un tovagliolino, comodamente seduto al bar, intento a godersi dei lunghi e distesi pomeriggi assolati. Non esattamente un clima da movida, bensì una visione estasiata da parte di un americano che ha saputo cogliere anche le più sottili sfumature della vita nella penisola iberica. Il clima è piuttosto rilassato, con un Richman ancora una volta istrione, vero capitano di ventura anche sul terreno di un pop che lascia enorme spazio alla fantasia. Folk a lume di candela, ma non crediate che queste siano le vostre tipiche torch songs, perché la continuità con la grande tradizione americana viene in qualche maniera accantonata, al fine di abbracciare i più consoni stilemi della musica continentale. Ed è davvero l’interpretazione a fare la differenza, armato del suo unico timbro vocale, di una chitarra acustica e di sparute percussioni (per gentile concessione del fido batterista Tommy) Jonathan gioca la carta del più sbilenco pop, abbracciando anche il flamenco, la storia mediterranea e quella dei cantori vaudeville. In Che Mondo Viviamo – già ascoltata nell’album da studio Not so Much to Be Loved as to Love edito da Vapor nel 2004 – è già un classico del suo nuovo repertorio, anche in questa ripresa scarna. Come dire: la disarmante semplicità è spesso una delle armi più taglienti.

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