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Le tre entità si fondono in un nevralgico assetto, i contributi alle composizioni arrivano da ogni parte, in un processo creativo che non impone individualismi di sorta.
Il fatto stesso che siano tre le voci in ballo, consente al disco di avere un respiro ancor più profondo, posizionando il debutto degli Stepkids su livelli di assoluta brillantezza. Non è nemmeno da trascurare il loro curriculum esterno, tanto che il chitarrista Jeff Gitelman – poco prima di entrare in studio – era reduce da un tour con Alicia Keys. Anche il batterista Tim Walsh ci tiene a precisare come nel debutto omonimo i ruoli siano interscambiabili. Una potenza di fuoco che anche per il terzo uomo Dan Edinberg (basso/tastiere) è la caratteristica portante di un gruppo che non si abbandona alle bizze di un leader.
Cresciuti nel circuito jazz ed r&b della costa est, ogni membro del gruppo ha avuto l’onore – e l’onere – di dividere il palco in qualità di session man con 50 Cent e Lauryn Hill, fino al tour in compagnia dei talenti punk Zox. Album solisti, musiche per film e spot pubblicitari sono stati poi il pane quotidiano di questo ensemble, che con grande nonchalance muove tra proto-punk e jazz, musica dell’africa occidentale e folk dei sessanta, blue eyed soul e musica da camera.
Un caleidoscopio in parole povere, una giostra infinita in cui vi sembrerà di scorgere i corpi affusolati di Flaming Lips e Tv On The Radio, Outkast e Syd Barrett, come in un museo dei talenti itinerante.
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