21/01/13

Secondo album per i Suuns





I Suuns – al secolo Ben Shemie, Max Henry, Liam O'Neill e Joseph Yarmush – arrivano da
Montreal, punto nevralgico della cultura francofona canadese e patria di numerose stelle del firmamento indipendente. Difficile non farsi condizionare dal clima sociale estremamente caldo e dai sommovimenti della popolazione studentesca, che a titolo diverso sembrano aver informato tutte le session di ‘Images du Futur’.
A detta del cantante Ben Shemie un disco che nasce in un clima di grande eccitamento, speranza e al contempo frustrazione. Rispetto al tanto chiacchierato debutto, il quartetto sembra gradire una maggiore varietà stilistica, senza mai trascurare un’intensità di fondo. Già nei tratti dell’opener "Edie's Dream" si snodano gli eccentrici pensieri dei canadesi, che tra celestiali vocalizzi e pareti di white noise danno la loro personale rilettura dello shoegaze, passando anche dalle parti del più spaziale rock tedesco.

Già lodati da Pitchfork ed NME per le loro doti spontanee, con l’esordio "Zeroes QC" i nostri si guadagnarono l’appellativo di ‘Best New Band’ proprio tra le colonne del magazine inglese. Questo accadeva nel 2011, e nulla sembra essere mutato nell’atteggiamento dei Suuns, che questa volta sono intenzionati  anche a farci ballare, seguendo traiettorie non propriamente convenzionali. Tutto ciò senza particolari artifici sonori, considerando che l’idea stessa dei Suuns insegue la pratica del ‘massimo dei risultati con il minimo dello sforzo’. Una filosofia minimalista, cui provvede anche la produzione mai sopra le righe di Jace Lasek dei Besnard Lakes, che prova a restituire alle composizioni un genuino feeling live.  

Non mancateli dal vivo in primavera alle nostre latitudini.

29/04/2013 - Roma -  Lanificio 159 
30/04/2013 - Carpi (Mo) -  Mattatoio 





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