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Dopo gli exploit di Yesterday’s New Quintet Madlib s’imbarca in quello che è forse il suo progetto più ambizioso. E lo fa con un passo ed una naturalezza che hanno dell’eccezionale. Migliaia di miglia lontano dai producers neri contemporanei, Miles Away è così un’altra disamina coraggiosa del suono Impulse!/Blue Note, ma anche un’indagine sul lavoro non meno prezioso di indipendenti quali Tribe o Strata East.
Una fusion umana, in cui le macchine hanno la loro buona responsabilità in fase di post-produzione, ecco come etichettare Miles Away, vero e proprio cortocircuito temporale contenuto nella preziosa copertina di Radek Drutis. Tra un omaggio a Coltrane/Sanders, uno al grande organista Larry Young ed un altro al trombonista di Detroit Phil Ranelin il disco scorre in un continuum estatico, roba da far accapponare la pelle. Deep jazz is now!
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