Dopo il debutto del 2006 che ha conquistato perentoriamente le cronache di Rolling Stone, Vice, NME, Q e Harp, i Tall Firs tornano in pista con un'altra eccezionale raccolta di canzoni, in bilico tra sussurri psichedelici ed una cristallina penna pop. Per l’occasione i due fondatori David Mies e Aaron Mullan sono stati raggiunti dal batterista a tempo pieno Ryan Sawyer, un elemento di spicco che ben si è saputo amalgamare negli schemi del neo-trio.
Sotto l’ala protettrice della Ecstatic Peace di Thurston Moore i Tall Firs confezionano un disco fatto di canzoni, autentiche, la cui origine si può intravedere nella distanza siderale delle grandi praterie americane. Non un ipotesi concreta di suono urbano – nonostante il quartier generale del gruppo sia proprio a Brooklyn, New York – bensì un omaggio a quel paese/stato bucolico, attraverso un retaggio musicale che prevede stramberie folk, echi west coast e scampoli di rock acido. Alla ricerca della melodia perfetta, del riff che possa imprimere il giusto twist, sulla scia di un Tom Verlaine o di un Lou Reed. Poesia, elettricità, semi-balalte acustiche, ingredienti che odorano di una nuova classicità e come per incanto i Tall Firs si impongo come crooner del nostro tempo.
Potete ascoltare qualche assaggio, oltre che sul loro myspace, anche sul sito della band, dove trovate una serie di brani, in studio e live, in streaming gratuito.
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