30/04/13

British Electronic Foundation 3!




British Electric Foundation è la sigla dietro cui si cela Martyn Ware, una delle figure più imponenti della scena pop-elettronica di Sheffield. Al crocevia tra un cambio radicale – il passaggio dagli
Human League ai non meno influenti Heaven 17, il nostro sceglie il monicker B.E.F. per portare a compimento i suoi esperimenti sul format canzone, muovendosi con circospezione tra dancefloor ed una visione più mediata. La leggendaria cassetta "Music For Stowaways" ed i due successivi volumi di "Music of Quality & Distinction" (il primo risalente al 1981, il secondo al 1992) sono ben presto divenuti punti di riferimento di un’etica superiore, mettendo le stelle del music-biz al servizio di un concept strategico.

Il passaggio di figure a loro modo cardinali come Tina Turner, Sandie Shaw, Erasure e Terence Trent D'Arby ha consentito a Martyn Ware di ricavarsi un ruolo rispettabilissimo tra gli strateghi del pop moderno, un vero e proprio re mida, capace di traslare la sua istintività musicale in un pop stellare.

Dopo l’acclamato debutto dal vivo al Roundhouse di Londra, Martyn ci regala il terzo capitolo della saga "Music of Quality & Distinction Vol. 3 - Dark". Questa volta la finalità è nota, reinterpretare in chiave lievemente oscura lo spirito di brani originariamente upbeat. Impressionante la lista dei partecipanti a quella che è fattivamente una vera e propria parata di stelle. Boy George si lancia in una sintetica ‘I Wanna Be Your Dog’ di Iggy & The Stooges,  Sandie Shaw rivede con cognizione di causa ‘Walk In My Shoes’ di Gladys Knight and The Pips, Kim Wilde rilancia ‘Every Time I See You I Go Wild’ di Stevie Wonder in un parallelo universo dancefloor, Green Gartside degli Scritti Politti ci ricorda come la sua anima è stata sempre ‘nera’, muovendo con eleganza tra le pieghe di ‘Didn’t I Blow Your Mind’ dei Delfonics. Insomma l’intento è chiaro, traslare il passato attraverso contaminazioni futuribili e – davvero – il rischio di sobbalzare sulla sedia è concreto.   Andy Bell degli Erasure in ‘Breathing’ di Kate Bush è magistrale, sbarazzina è invece Shingai Shinowa dei Noisettes in ‘God Only Knowes’ dei Beach Boys ed impeccabile Glenn Gregory degli Heaven 17 in ‘Party Fears Two’ degli Associates.

Una panoramica su brani senza tempo, rinverditi da autori contemporanei e non. Una celebrazione di  fatto.





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