02/09/13

You're gonna miss me no more!




Tre nuove ristampe per il re indiscusso del rock psichedelico. Figura culto già tra le fila dei viaggiatori texani 13th Floor Elevators, Roky vanta una non meno eclatante carriera solista, pur se funestata da innumerevoli vicissitudini personali. Se ‘You’re Gonna Miss Me’ rimane uno degli inni indelebili di tutti i sixties, non meno cruciale è la produzione di Erickson negli ’80. Rilasciato nella seconda metà degli anni ’70 da una clinica psichiatrica, il nostro eroe scopre che il culto attorno alla sua persona è cresciuto a dismisura. Nuove vesti e nuovi progetti dunque, come Roky Erickson And The Aliens rilancia la sua carriera, gli alleati stavolta spostano il tiro verso un suono hard rock che sembra la più logica rivisitazione del garage blues che fece grandi gli Elevators. Il primo album della serie è datato 1981 e porta il titolo di ‘The Evil One’, registrato quando l’attore principale recuperava dalla sua storica dipendenza nei confronti delle droga e della chimica. Prodotto nell’arco di due anni da Stu Cook dei Creedence Clearwater Revival è una collezione imperdibile di canzoni su zombie, demoni, vampiri e sulla fantomatica creatura con il cervello atomico! Il registro alto di Roky spicca su queste losche storie tratte da b-movie e film di fantascienza.


Si trattava di un ritorno deciso al feroce rock’n’roll di Kinks, The Who e Yardbirds. Circostanza che non permise al nuovo progetto di decollare, complice l’ammutinamento del distributore di turno ed una serie di interviste infelici che getteranno ulteriori dubbi sulla sanità mentale dell’uomo. In sostanza un cult album che solo a distanza di tempo sarebbe stato riconosciuto per il suo valore intrinseco. Per completare il cerchio il protagonista della nostra vicenda cade preda di una crisi mistica, sostenendo che un marziano abbia preso possesso del suo corpo…

Se ‘The Evil One’ è stato l’album che ha riconsegnato Erickson al pubblico di nicchia, il suo successore del 1986 ‘Don’t Slander Me’ dimostrò a tutto il mondo il suo valore di eccelso scrittore. La sua sensibilità è dunque al servizio di monolitici brani rockabilly, blues ed ovviamente proto-punk, che culminano nell’hit minore ‘Burn The Flames’, presente nella colonna sonora di un horror generazionale come ‘Return Of The Living Dead’ .

Il terzo album è probabilmente il migliore del lotto. ‘Gremlins Have Pictures’ è un’antologia dei lavori solisti di Erickson, concepiti durante gli anni di reclusione al Rusk State Hospital per infermità mentale. Da brividi anche nei momenti più intimisti, il disco rispecchia lo stile del Dylan più folk e l’elettricità di Neil Young - Anthem (I Promise) è in questo senso essenziale – dando ulteriore profondità alle sue sofferte interpretazioni. E’ il completamento di una carriera, illuminata nei giorni di Nuggets ed ora maturata attraverso sofferenze corporee e psicologiche, un uomo che ha camminato sul baratro per troppo tempo e che ora necessità una piena riabilitazione. I tre dischi contengono le note dettagliate del biografo Joe Nick Patoski, oltre ad una serie di immagini inedite.





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