30/09/13

La meta-dance di Laurel Halo




Disco dell’anno per The Wire nel 2012, ‘Quarantine’ è stato uno dei debutti più dirompenti della nuova elettronica, un disco che ha in breve eletto la sua protagonista a paladina delle nuove tendenze ritmiche. Un affare di linguaggi inediti e nuove declinazioni, un percorso che ha permesso a Laurel Halo di divenire in breve un punto di riferimento per chi si muove oltre la frontiera del digitale. Originaria di Ann Arbor, Michigan, la nostra si sposta nel 2009 a New York,  terreno fertile per le sue indagini sonore. Alla cui base c’è una sorta di dualismo esteso. Una musica che si fa forte delle sue contraddizioni, la produttrice  ha cercato la spiritualità nell’ inorganico, lo spazio nella claustrofobia, la speranza nella disperazione. Circostanze che hanno permesso alla sua musica di plasmarsi in maniera autonoma, cercando traiettorie per l’appunto inusuali, soprattutto dal punto di vista tematico.

'Chance Of Rain' è il suo nuovo esperimento da studio, ancora sotto l’egida Hyperdub, l’etichetta inglese che dopo aver formato le coscienze a suon di dubstep, ha necessariamente iniziato a guardarsi intorno alla ricerca di nuovi stimoli. Nel rispetto della sua filosofia Laurel ci tiene a scandagliare nei meandri più astrusi della musica dance, liberando la sua vena avant e concedendosi ad avvolgenti mutazioni ambient. Una musica che arriva direttamente dal futuro, mai così prossimo. Una narrativa sonora che stupisce per la sua profonda comunicatività, tessiture ritmiche che si fondono con uno spirito minimalista, dando sovente sfogo ad una visione quasi lisergica.   Disco cerebrale che preferisce però la fisicità all’astrattismo, anche quando forme embrionali di musica techno sembrano emergere da profondità acquatica, ricordandoci magari eroi del Detroit Sound come i Drexciya.

Impressionante poi la grana dei suoni e le fonti cui attinge Laurel, ogni campione o field recordings è frutto di una sua primordiale elaborazione. Ecco perché anche gli episodi più ‘ballabili’ di 'Chance Of Rain' vi stupiranno nelle loro sorprendenti impennate o nella scelta di passaggi affatto tradizionali.La copertina dell’ album è opera dei suo padre, un rinomato artista visivo il cui obiettivo è stato spesso quello di rappresentare graficamente gli scenari industriali del Michigan e del Rust Belt. L’ artwork in questo caso va fatto risalire ai primi ’70 e riflette in pieno il tono psichedelico, storto ma comunque speranzoso del disco. Masterizzato tra l’altro al celebre Dubplates and Mastering (casa della Basic Channel) di Berlino dallo stimato ingegnere del suono Rashad Becker.





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