02/09/13

Oltre la psichedelia con il nuovo Bardo Pond




Il lungo mantra di ‘Kali Yuga Blues’ vale più di un singolo biglietto da visita, è la rivisitazione dell’epopea West Coast nellw corde di questa storica formazione di Philadelphia, che con il nuovo album ‘Peace On Venus’ stringe nuovamente un accordo con la britannica Fire. Forme gassose lisergiche alimentano il motore del gruppo, che in cinque lunghissime composizioni materializza il suo sogno atavico, sulle alle ali della storia. Veterani in tutti i circuiti indipendenti che contano, i Bardo Pond sono l’archetipo del gruppo neo-psichedelico, tra partiture libere ed effluvi chitarristici. La loro scuola è divenuta una delle più rinomate oltreoceano.

Nelle parole del leader Michael Gibbons la finalità del gruppo è stata quella di incidere un disco che rispettasse in pieno le consegne del format vinile, proprio nel solco di una tradizione che affonda nei seventies. Un’esperienza extra-sensoriale che potesse varcare gli stessi confini della conoscenza, un ascolto in grado di liberare le zone più remote della psiche. Seguendo la spartana logica del ‘less is more’ il gruppo ha puntato tutto sull’essenzialità,  offrendoci una sostanziale replica delle sue memorabili performance dal vivo. Lo studio è solo un tramite, un luogo dove effettuare l’essenziale transfer emotivo, senza per nulla alterare il concetto di libertà ed espansione celebrale che dagli esordi ne ha accompagnato le gesta. C’è il monolitico hard-psych di ‘Fir’, ma anche la dimensione più estatica di ‘Taste’ che sicuramente strizza l’occhio alle discipline orientali, da sempre un diktat nell’organigramma del gruppo. La chitarra acustica ed il flauto che inaugurano l’abbraccio cosmico di ‘Chance’ sono esemplari in questo senso, l’inseguimento di una forma pura, l’estasi che diventa ordinamento musicale, in pace con le alte sfere. La sezione ritmica composta da Jason Kourkounis (batteria) e Clint Takeda (basso) costituisce le fondamenta su cui si liberano le chitarre gemelle di John e Michael Gibbons, mentre la voce di Isobel Sollenberger occupa quello spazio universale in cui si intravede la piramide dal terzo occhio.

La sfida dei Bardo Pond prosegue nei supremi ordinamenti della tradizione psichedelica, ingaggiando un confronto solenne con i padri spirituali del genere e attraversando la cortina delle nuove tecnologie, ribadendo un approccio primitivista e vicino alla terra. A loro modo esemplari.





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