In uscita il 4 di novembre per l’ormai
fedelissima Ipecac, il nuovo album dei Melvins segna un deciso ritorno al
passato del gruppo originario del Northwest. Le dodici composizioni che vanno a
costituire ‘Tres Cabrones’, segnano il ricongiungimento al batterista originale del
gruppo Mike Dillard. Nelle parole di Buzz Osborne questo nuovo disco è quanto
di più vicino all’originale nucleo dei Melvins operativo nel 1983. Aldilà di
questa reunion le composizioni sono assolutamente inedite, scritte
appositamente per questa combinazione di musicisti con un risultato finale poco
meno che eccezionale. Accantonata l’ipotesi di riprovare brani scritti 30 anni
fa, il trio si è unicamente concentrato nello scrivere nuovi pezzi, guardando
con senso pratico a quell’esperienza formativa, già figlia di una genesi
consumatasi all’ombra dell’hardcore a stelle e strisce. La cosa ha funzionato
perfettamente.
La realizzazione di ‘Tres
Cabrones’ non è stata affatto uno scherzo, con la memoria si è tornati ad un
periodo di ultra-violenza e dissolutezza. La conferma arriva da Dillard,
che nel 1984 lasciò il gruppo per essere rimpiazzato da Dale Crover alla batteria.
Dopo 30 anni la ricostituzione avviene non senza una variazione significativa. Crover – nel rispetto di un’ipotetica
anzianità’ – abbandona la sua postazione dietro a tamburi per imbracciare il basso. Una curiosità che
ha contraddistinto tutto il processo creativo di ‘Tres Cabrones’, titolo più
che mai ironico. Forse la versione più ‘classica’ attualmente in circolo del
gruppo, capace di cambiare attributi con l’intervento a turno del bassista
Trevor Dunn e della sezione ritmica dei Big Business.
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