Ben distanti dalle atmosfere plumbee ma allo stesso progressive del gruppo madre Grails (una discografia essenzialmente divisa tra Neurot e Temporary Residence) Emil Amos – che alcuni di voi avranno notato come spalla di Al Cisneros negli Om - ed Alex Hall inseguono percorsi inediti con il progetto Lilacs & Champagne, sorta di libreria dei suoni ambulante in cui convergono i loro interessi più disparati.
Il secondo album ‘Danish &
Blue’ esce per l’attenta Mexican Summer, e mostra davvero una capacità di dialogo
invidiabile. Completamente a loro agio nel ruolo di beatmakers, i due si calano
in un ipotetico laboratorio del ritmo, prendendo a cuore le tecniche del cut-up
e seguendo le indicazioni dei più notabili produttori hip-hop, ispirati da
opere prime come ‘Endtroducing’ di Dj Shadow o ‘Beat Konducta’ di Madlib. Il
titolo dell’album ha una radice storica: nel 1969 la Danimarca fu il primo
paese a legalizzare la pornografia, dominando il mercato negli anni a venire
grazie ad un approccio bizzarro che prevedeva incursioni nell’universo della
commedia. Tutto ciò prima che il resto del mondo si mettesse in pari. Fedele a
questa estetica il disco utilizza una serie di campioni estrapolati proprio da
quei B-movie.
Conoscendo la passione smodata di
Emil Amos per le libraries - soprattutto italiane - si può cogliere il senso
dell’esperimento, che partendo da un estetica hip-hop/downtempo, finisce con il
campionare musiche di ogni dove. Se d’improvviso vi sembrerà di ascoltare David
Gilmour rapito dai Tangerine Dream, non dovrete sorprendervi, l’eclettismo e
l’ironia sono proprio al centro del gioco. E lo spirito citazionista di Amos ed
Hall è dei più sopraffini.
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