Deve esser passato quasi un secolo da quando ho visto per la prima volta gli Akron/Family esibirsi dal vivo, in un piccolo retrobottega di un bar di Brooklyn che conteneva al massimo 20 persone. Gli Akron erano sulle sedie di un piccolo palco, corredato da festoni di velluto rosso e piccolo bulbi luminescenti da teatro. I giovani ragazzi stringevano le loro chitarre o percuotevano gentilmente la batteria a loro disposizione, apparentemente cercando di non sfaldare il loro set (circostanza che avrebbe portato a risultati disastrosi). Cavetti ed ulteriori corde attraversano le loro gambe, la loro era una delicata forma di improvvisazione e – cosa straordinaria – punteggiata da 4 meravigliose voci in armonia.
Di tempo ne è passato e ricordo
di averli visti in un club europeo in cui fecero registrare il tutto esaurito. Pensai:
aspetta, questi sono i fottuti Led Zeppelin! E nella mia agenda questo è
sicuramente un voto di approvazione. Naturalmente non avevano nulla a che
spartire con i LZ, ma qualcosa relativamente al loro impegno ed alla forza del
loro suono evocava una dimensione decisamente rock, pur mantenendo un approccio
avventuroso ed una tendenza a far scivolare le composizioni in una sorta di
caos organizzato, per poi riportarle magicamente ad una purezza sonora
istintiva. Incredibili ed anche molto divertenti.
Altro tempo e la loro idolatria nei confronti dei Beatles del tardo periodo è affiorata con forza, pur se filtrata attraverso le lenti di una tendenza idiosincratica a rimodellare le cose in maniera rovinosa, cambiando atmosfera o contesto all’ istante...
Con lo scorrere degli anni anche la devozione nei confronti del free jazz e della profonda meditazione sonica sono balzate al centro, sposando sempre il loro approccio unico all’armonia vocale e a melodie franche ed affilate. Ora il gruppo continua ad esprimere il suo poliedrico approccio rock, quasi un caleidoscopio che emerge in superficie. Le influenze sono molteplici, si coalizzano per un secondo e subito dopo si dissolvono in qualcosa di nuovo ed inaspettato. Sono dei giocolieri anfetaminici che lavorano con perizia al suono ed alle tessitura dello stesso, ma ci sono sempre quelle voci, avvolgenti come in un accogliente spazio domestico profondo.
Non ci sono comma invertiti nel mondo degli Akron Family. Loro sono dentro alla musica, la combattono, la digeriscono e poi la proiettano nell’alto dei cieli utilizzando uno spray multicolore fatto di armonie infinite ed amore.
Parole e commenti scritti in
maniera random da Michael Gira degli Swans durante l’ascolto di Sub Verses, il
nuovo album degli Akron Family prodotto da Randall Dunn (Boris, Cave Singers, Sunn O))),
Black Mountain). Dall’uomo che li ha scoperti e lanciati uno dei report più
attendibili.
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