‘New Hope for the Dead’ è il titolo del nuovo album degli UK Decay, una delle più celebrate formazioni del dopo-punk inglese che fa il suo prepotente rientro in scena dopo oltre trent’anni di assenza, presentando in maniera quasi incontaminata il suo stile vibrante, sempre fedele alla politica del dissenso.
Il ‘rompete le
righe’ era giunto sul finire del 1982, all’indomani della pubblicazione per
etichetta Corpus Christi (consociata di Crass) dell’Ep ‘Rising From The Dead’.
Dopo la consensuale separazione i componenti del gruppo si ritrovarono in due
formazioni a loro modo rispettate come i Furyo e gli In Excelsis (insieme a
membri dei goici Ritual).
La pasta sonora
della band continua a distinguersi tra stilettate post-punk – con un rispetto
marziale per le geometrie ritmiche – e momenti più plumbei, riportandone così
in essere la proverbiale tendenza all’oscurità. Il disco – che esce per il loro
marchio personale Uk Decay – è stato prodotto da una figura a suo modo
leggendaria come Chris ‘The Dark Lord’ Tsangerides. Anche a livello testuale
‘New Hope For The Dead’ copre con esemplare cinismo molteplici tematiche: dalla
fragile natura su cui si fonda la società contemporanea al male gemello
dell’estremismo e del bigottismo. Le riflessioni sono comunque ampie e
riguardano un’intera generazione spesso sopraffatta dagli stessi mezzi di
comunicazione e dalle nuove tecnologie.
“Non siamo qui per
una reunion nostalgica, siamo qui perchè abbiamo qualcosa da dire” queste le
decise dichiarazioni del cantante Abbo. “ci sono state almeno tre o quattro generazioni
di musicisti dal momento in cui ci siamo sciolti, che non hanno avuto il benchè
minimo coraggio di affrontare il mondo di apatia, discriminazione e totalitarismo
che ci circonda”
Il nuovo ordine
mondiale è dunque ancora una volta al centro del dibattito ed il gruppo inglese
tramite i suoi caustici manifesti non intende certo tirarsi indietro. Il nuovo
album è la naturale conseguenza di un ricongiungimento avvenuto tre anni or
sono, in occasione di alcune perfomance nel paese natale e nel resto d’Europa.
Nulla sembra essere cambiato, relativamente ai mali della società, ed anche la
musica dei nostri risuona oggi più sinistra che mai. Del resto questa è la teoria
del chitarrista Spon, che ci tiene a ribadire come la nomenclatura di band
politicizzata appartenga gioco forza ai Uk Decay. Celebrate the new dark age!
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