Nadine Shah, vocalist che scegli tanto la chitarra quanto il pianoforte come mezzo espressivo, è una di quelle rarità nel circuito indipendente inglese, cui varrebbe davvero la pena prestare il massimo delle attenzioni. Venuta alla luce in un piccolo paesino nel nord-est dell’Inghilterra, Nadine tradisce origini miste, pakistane e norvegesi per la precisione, anche se la sua appare una funzione musicale rispettosa di quello che è accaduto nel Regno Unito nella metà degli anni 90; con la consacrazione definitiva del transfugo Nick Cave e dei suoi Bad Seeds e l’ascesa vertiginosa di Polly Jean Harvey. Sono forse questi i caratteri cui Nadine sembra rimandare, pur tradendo una preparazione accademica, elemento di rilievo se si considera un estro compositivo fuori dalla norma, capace di schivare con maestria i luoghi comuni del cantautorato alternativo.
Esiste dunque una
linea di confine in cui collocare le undici composizioni che appaiono nel suo
album di debutto a titolo ’Love Your Dum And Mad’, in rampa di lancio questo
luglio per la sussidiaria di R&S Apollo. C’è ovviamente lo zampino di James
Blake, la cui opera di direttore artistico ha rilanciato alla grande
l’originale marchio belga. Il disco – prodotto da Ben Hiller per 140dB – è
stato scritto a quattro mani da Nadine con lo stesso Ben, che ha coperto anche
un importante ruolo di arrangiatore.
Un disco dai toni
solenni ed oscuri, che aldilà delle influenze principe, compie una parabola
evolutiva nel concetto di arte, Nadine infatti guarda con altrettanta stima
all’opera del poeta/scrittore Philip Larkin e della pittrice Frida Kahlo,
fornendo una dimensione altra al suo concetto di performance. Le altre figure
più papabili, o quanto meno prossime al suo sentire, sono quelle del compianto
Arthur Russell (l’uomo che mise d’accordo le avanguardie newyorkesi col
sottobosco dance) e della ritrovata Marianne Faithful di ‘Broken English’.
Il disco, registrato
presso il celebre The Pool di Londra (tra i più recenti client si annoverano
Mumford & Sons, Florence & The Machine e The Invisible) può contare
sul gusto di Hillier , che in passato ha prestato i suoi servigi a giganti del
calibro di Horrors, Blur e Depeche Mode. Uno dei suoi più accaniti sostenitori
di Nadine è Jarvis Cocker dei Pulp, che ci tiene a sottolineare come l’immagine
innocente della vocalist sia in realtà ingannevole, considerando che in ogni
sua performance si assiste ad una trasformazione permanente, trascendentale per
certi versi. Di certo sapremo come affogare tutti i nostri amletici dubbi in
questa imminente estate, ‘Love Your Dum And Mad’ è uno di quei lavori adatti a
costituire la colonna sonora di intere stagioni.
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