02/05/13

Saltland, nuova scommessa in casa Constellation




Saltland è il nuovo progetto capitanato dalla violoncellista originaria di Montreal Rebecca Foon, meglio nota come una delle fondatrici del gruppo rock cameristico Esmerine e già operativa in formazioni culto locali come Thee Silver Mt. Zion e Set Fire To Flames. Foon ha iniziato a lavorare alle sue composizioni in solo nel 2010, utilizzando pedaliere ed effetti applicati al suo strumento madre, centrando l’obiettivo di una musica soave e minimale grazie al consistente apporto della sua voce. Quello che ne vien fuori è un surrogato avant-pop, acceso da frasi improvvisate ed insistite figure drone. Accompagnata da Jamie Thompson (Unicorns, Esmerine) che si occupa delle percussioni e delle elettroniche, Foon ha letteralmente impressionato con le recenti apparizioni dal vivo nel paese natale, incrementando la sua abilità di muoversi con circospezione tra musica gentilmente ritmica e scorie digitali. Ha diviso il palco con personaggi altrettanto  eclettici quali Mary Margaret O'Hara, Julia Kent, Nat Baldwin e Sam Amidon. Il suo album di debutto – registrato quasi integralmente in ottica casalinga – ha iniziato a prendere forma nel 2011, grazie anche al contributo di numerosi ospiti che hanno permesso al progetto Saltland di decollare definitivamente.

La Foon canta della sua innocenza adolescenziale smarrita, dei suoi orizzonti distopici e della ricerca di una forza stoica in un universo sempre più oscuro, specchio di un mondo in disfacimento. Una voce discreta ma ben definita, cesellata dalle preziose melodie del violoncello e dagli interventi percussive di Thompson. L’ingresso misurato di chitarra, basso, fiati ed archi da parte dei numerosi collaboratori coincide con un lavoro di grande rilevanza artistica, una creazione da antico laboratorio , autentica nei suoi contorni.

Le solenni ambientazioni di 'I Thought It Was Us But It Was All Of U'  sono anche merito dell’ingegnere del suono Mark Lawson, già vincitore di un Award per il lavoro svolto con le stelle del pop alternativo canadese Arcade Fire. I tratti salienti di questo disco sono individuabili nell’intenzionale fusione di stili, un respiro che parte dall’intimità delle registrazioni in bassa fedeltà per raggiungere progressivamente gli spazi e la tensione della musica da camera. Scenari fantasmagorici grazie anche ai superpi ingressi di Laurel Sprengelmeyer e Jess Robertson (Little Scream), Mishka Stein (Patrick Watson), Colin Stetson (Bon Iver), Sarah Neufeld e Richard Reed Parry (Arcade Fire).





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