Il polistrumentista cieco Roland Kirk è stato uno dei giganti del jazz, un innovatore che con le sue trovate di scena – riusciva a suonare contemporaneamente più ance - ed il suo approccio realmente trasversale alla materia (è riuscito a flirtare con la musica contemporanea tanto quanto con il soul/funk) si è guadagnato un posto di tutto rispetto nella hall of fame dei musicisti neri. Un suo album in particolare – Rip, Rig & Panic pubblicato da Limelight nel 1965 – avrebbe presto sbaragliato ogni concorrenza andando a guadagnare i favori della critica e del pubblico. Proprio da lì parte la nostra storia, con un tributo in termini.
I Rip Rig & Panic sono figli di una delle più entusiasmanti ed elettrizzanti stagioni della musica inglese, il luogo dove ogni collisione artistica era non solo possibile, ma anche benvenuta. Agli albori degli anni ’80 le maglie del dopo-punk si erano definitivamente allargate e questo avrebbe permesso agli artisti più votati alla sperimentazione, di considerare anche le ipotesi più azzardate. Al crocevia tra funk, jazz, punk e world music (furono tra i primi artisti ad esibirsi al festival internazionale Womad nel 1982), la formazione che vantava nella giovanissima figlia d’arte Neneh Cherry una guida carismatica, avrebbe stabilito una serie di record del tutto personali.
La band ha registrato 3 album per Virgin Records mai legittimamente pubblicati in cd. Il trittico di ristampe curato da Cherry Red attinge ovviamente ai nastri originali, incorporando anche una sostanziosa serie di extra, direttamente dalle b-sides d’epoca. I membri originali Gareth Sager (ex-Pop Group) e Mark Springer sono stati coinvolti nella preparazione del trittico, con la benedizione della stessa Neneh Cherry e dell’attulae batterista deit PiL Bruce Smith (anche lui con trascorsi nel Pop Group).
Pubblicato nel 1981, ‘God’ è stato il debutto della band, pubblicato originariamente in versione doppio 12 pollici. Tra le bonus troviamo i singoli ‘Go, Go, Go! (This Is It)’ e ‘Bob Hope Takes Risks’assieme alle rispettive B-sides, più l’estratto da una musicassetta pubblicata da NME a titolo ‘Billy Eckstine’s Shirt Collar’. E’ del 1982, ‘I Am Cold’(disco in cui l’ospite speciale è addirittura il ‘patrigno’ Don Cherry alla tromba), loro seconda fatica, ora ampliata da remix esclusivi di ‘You're My Kind Of Climate’ e ‘Storm The Reality Asylum’ e da una rara B-side. Nel 1983 il gruppo poneva la parola fine alla sua avventura con il terzo album ‘Attitude’. Anche qui troviamo una serie di B-sides ed alternative mixes a rendere il piatto ancor più ricco.
I Float Up CP raccoglieranno brevemente il testimone dei nostri, preparando in pratica il terreno all’exploit commerciale di Neneh Cherry che nella seconda metà degli anni '80 conquisterà i vertici delle classifiche inglesi (e non solo) con i singoli 'Manchild' e 'Buffalo Stance'.
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