I tre album registrati da Gil Scott-Heron per la Flying Dutchman di Bob Thiele , sono tra i documenti più importanti di tutta la storia della black music. Tutta la maturità di un talentuoso artista, alle prime incisioni ufficiali. Il manifesto ‘The Revolution Will Not Be Televised’ rimane oggi come spot di tutta la controcultura americana, più che un monito l’accertamento di quanto l’avanzamento mediatico non sia mai andato di pari passo con i sommovimenti delle masse. Per la prima volta queste incisioni ricevono il giusto trattamento in digitale, dopo numerose ristampe dal taglio non propriamente elegante. ‘The Revolution Begins’ è così il compendio ideale alla prima parte di carriera del poeta afro-americano. Attingendo ai nastri originali BGP ha ripulito quei master, riportando alla luce un suono nitido, caldo ed impeccabile. L’altra buona notizia riguarda il terzo album della collana, ‘Free Will’, oggi riproposto con una scaletta diversa.
Emerso negli anni ‘70 con il romanzo ‘The Vulture’
e la piccola raccolta di poesie ’Small Talk at 125th and Lenox’, Gil
Scott-Heron viene successivamente introdotto al produttore Bob Thiele dalla sua
casa editrice. Riportando il titolo della raccolta sopracitata, il primo lavoro
del nostro è essenzialmente uno spoken-word, colorato dalla spartana presenza
di 3 percussionisti.
Il successivo ‘Pieces Of A Man’ è già un album
stellare, che proietta l’autore nell’olimpo dei grandi della musica nera. Si
inaugura la collaborazione con il musicista Brian Jackson, studente alla
Lincoln University ed uomo chiave nell’evoluzione di un suono che spiccherà
letteralmente il volo, grazie ad arrangiamenti ariosi che riscatteranno lo
spirito rudimentale delle prime sortite. Registrato con i migliori musicisti
sul mercato (dal basso elettrico di Ron Carter alla batteria di Bernard ‘Pretty’
Purdie e passando per il flautista/arrangiatore Hubert Laws) il disco vede
sedersi lo stesso Jackson al piano. Dalla rivisitazione dell’hit ‘The
Revolution Will Not Be Televised’ ad altri classici magistrali come ‘Home Is
Where The Hatred Is’ e la stessa title-trtack - dove i drammi sociali prendono
il sopravvento su liriche immerse nelle logiche quotidiane – il disco è il
preludio alla stessa rivoluzione rap. Il tributo ad un idolo musicale in ‘Lady Day and John Coltrane’ è poi il
certificato di autenticazione di un masterpiece.
‘Free Will’ del 1972 è il terzo disco che
chiudeva l’epocale collaborazione con l’etichetta. Il triplo cd assemblato da
BGP è ovviamente ricco di alternative take, che danno una dimensione ancor più
chiara del certosino lavoro in studio. Un antologia essenziale per celebrare
uno degli autori più influenti della storia contemporanea, il cui ricordo è ancora
scolpito in maniera vivida nella memoria di centinaia di migliaia di
sostenitori.
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