24/05/11

Diva "The Glitter End"



The Wire ha già dedicato un ampio speciale alla scena underground di Los Angeles, puntando il dito su Not Not Fun, nuovo laboratorio dispensatore di idee e suoni. Diva Dompe è una figura centrale in questa scena che si estende in maniera capillare all’ombra delle colline di Hollywood. Acconciata come una starlette glamour versione dopo-bomba, non fa nulla per nascondere il suo eclettismo, a partire dall’immagine e dal titolo del disco che si chiama – non a caso – "The Glitter End". Fondatrice del trio mascherato BlackBlack assieme alla sorella Lola e soprattutto bassista nelle prematuramente sciolte Pocahaunted (la band di Amanda Brown, co-proprietaria del marchio Not Not Fun ora meglio nota come L.A. Vampires, e Bethany Cosentino di Best Coast), una delle formazioni shock del mutante indie californiano di inizio decennio. Questo suo debutto in solo è un affare davvero complesso, di certo possiamo dire di un viaggio personale ed articolato, quasi una seduta psicanalitica tradotta in musica. C’è spazio per numerosi elementi costituenti, che da tempo hanno fatto la forza della musicista. C’è la dimensione dreamy di certe produzioni 4AD – vengono in mente Cocteau Twins – ed un’attrazione fatale nei confronti della musica caraibica ed africana. E’ un animale a più teste "The Glitter End", uno di quei lavori che ti spiazzano al primo ascolto e rischiano di essere per lungo tempo incollati alla tua memoria. Diva conquista sulla distanza, forte di uno spontaneo egocentrismo. La sua musica sa di viaggi interstellari e l’utilizzo ricorrente a sonorità vintage non fa che sostenere l’ipotesi di una navicella alla gioiosa deriva nell’iperspazio. Diva di nome e di fatto per una delle pubblicazioni più a effetto di questo scorcio di stagione.

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