16/06/11

Primo album per i romani Thegiornalisti




La filosofia di base di Thegiornalisti è molto distante dalle teen band che per anni hanno ossessionato anche il mercato nazionale. Non un gesto che volesse essere programmatico non un ruolino di marcia che imponesse l’ossessione dei professionisti maniacali. Mai come in questo caso è l’istinto a parlare, l’idea di un incontro che rispettasse un’organizzazione orizzontale, senza leader. Di conseguenza nessuna adesione a priori a questo o a quel movimento, che in primis siano la musica ed i testi a parlare. Nasce tutto spontaneamente per la formazione romana, una grande stima reciproca, un contatto che viene stabilito tra le mura di casa, con la voglia di lasciarsi alle spalle tutti i trascorsi che ne avevano minato la crescita artistica. E’ una musica mai urlata, anzi sospesa in un nodo crepuscolare, romantica e beffarda allo stesso tempo. Con testi che sono cronache di tutti i giorni, scampoli di una vita non propriamente ai margini, ma nemmeno trascorsa nei locali à la page. C’è il senso di appartenenza semmai ad una propria scrittura, un proprio codice. Scegliendo la lingua italiana come mezzo, Thegiornalisti affrontano l’ impervia scuola del rock indipendente con spirito di sacrifico e dedizione, mettendo in cima a tutto l ‘originalità e l’onesta intellettuale. Nei dieci brani che vanno a costituire il loro debutto si parla necessariamente di qualità e di un background ampio, tale da consentire un raggio d’azione invidiabile. Ci sono raffiche rock’n’roll – che spingono in una danza rituale chi è solito seguirli dal vivo – e momenti più riflessivi che potrebbero rifarsi ad un immaginario ’60, il tutto appare estremamente bilanciato e l’alchimia è proprio in questi repentini cambi umorali. Pop che si sporca e si bagna nella psichedelia, in giochi di specchi che rifuggono momentaneamente dal quotidiano, alla ricerca di un’estasi del tutto individuale. ‘Autostrade Umane’ e ‘Siamo Tutti Marziani’ possono essere considerati a ragione brani manifesto. Il primo si insinua sottopelle con una melodia agrodolce, mentre il secondo – posto in apertura del disco – trasuda urgenza post-punk, con un basso che colpisce impertinente al centro del petto. E se ‘La Mano Sinistra Del Diavolo’ sembra davvero uno spaghetti western musicato da Morricone, potete star tranquilli che Thegiornalisti usano elementi doc per orchestrare il tutto, un dono che li accompagna per tutta la durata del disco. Arrangiato e prodotto dalla stessa band, che in Tommaso Paradiso trova il suo maggiore songwriter, il disco è stato registrato e mixato da Carlo Pinna all'Esagono Recording Studio (Rubiera, Emilia Romagana). La masterizzazione effettuata al celebre Master Disck di New york da Howie Weinberg ed in parte al Forward Studios di Grottaferrata, Roma. Prendete e ascoltatene tutti, questo è un sacrifico purissimo.

Thegiornalisti sono:
Tommaso Paradiso
Marco Primavera
Marco Antonio Musella
Emanuele Guidoboni

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