In questo periodo dell’anno ci voleva proprio qualcosa del genere: energica, solare. I danesi The Figurines vengono alla luce nella seconda metà degli anni ’90, sin dall’esordio – l’Ep "The Detour" pubblicato nel 2001 – lasciano intendere che la loro versione del modernariato pop ha solide radici nell’indie americano, come nella wave dai tratti romantici di scuola inglese. Hanno continuato a scalare posizioni con il debutto lungo "Shake a Mountain" (2004) ed il successore "Skeleton" (2005) . Nel 2006 iniziano a seminare anche negli Stati Uniti, dopo le puntuali esibizioni a SXSW e KEXP fanno breccia nel cuore di Pitchfork, che riserva loro un accoglienza di tutto rispetto. Nel 2007 con il terzo album "When the Deer Wore Blue" , la loro musica si fa ancora più corposa liberando al contempo aromi anni sessanta, in un’inaspettata patina pop orchestrale, che da lì in poi avrebbe costituito cifra stilistica non indifferente. Sarà stata anche la mano del produttore ed ingegnere del suono Jeremy Lemos (Smog, Jim O'Rourke, Loose Fur), fatto sta che le melodie del gruppo risultano oggi nitide e quanto mai classiche. Con il quarto – omonimo – disco la crescita è esponenziale. Con un incedere che è prerogativa solo dei grandi classici, i Figurines mettono insieme 11 brani che sono delizia per l’udito. Un filo rosso che dai Beatles appena immersi nell’acido lisergico giunge alle propaggini più gustose dell’indie dance, trafficando con il gusto alternative di Death Cabe For Cutie. Il nord Europa ha un’altra luminosa stella su cui contare
Figurines "New Colors" (official video) from The Control Group on Vimeo.
Nessun commento:
Posta un commento