Indossate scarpe comode. Liberata la mente da ingombranti pensieri. E’ tempo di lanciarsi in danze sfrenate in onore della miglior pop venue. Qui si torna a bomba sugli anni d’oro del brit-pop, e questo "The Loves …Love You" pare davvero una remota chicca dalla stagione scolastica – ehm…- 95/96. Se è Fortuna Pop! a metterci la faccia, lasciatevelo dire, la qualità non può che essere ottima. Ed in appena 10 canzoni The Loves ci consegnano quella brillantezza che è merce rara di questi tempi, perché a fare canzoni ammiccanti bisogna esser portati. La giusta alchimia tra ritornelli appiccicosi e strutture fantasiose è alla base di un disco incredibile; connubio tra il dream pop di casa Sarah Records e Postcard, il gusto per le brumose ballate di deriva scozzese e l’impeto giovanilista dei primissimi Blur. L’alternanza tra voce maschile e femminile fornisce un ulteriore elemento distintivo. C’è un pizzico di malinconia in questi pezzi tutto sommato, pare che il gruppo abbia ufficialmente dato addio alle scene il giorno di San Valentino, scegliendo una data quanto meno simbolica. In eredità un album che ha del sensazionale, affrontando in scioltezza una ventina d’anni di quella musica britannica che mai invecchia, mantenendo una salda presa sui buoni sentimenti e su un recondito romanticismo dopo-adolescenziale. “December Boy”, che è il singolo predestinato, ha degli autentici violini, oltre alle voci di Emma Hall dei Pocketbooks e Liz Hunt dei The School. In un impasto che - provate ad indovinare – vuole anche dire Phil Spector e wall of sound. E poi, sinceramente, pensate di scrollarvi di dosso facilmente il refrain di "Bubblegum"? A meno che non abbiate scarsamente a cuore le questioni di casa british, questa è roba da mettere al tappeto anche il più scontroso dei collezionisti… Capitolo finale dicevamo, e tanta materia da registrare alla voce ‘canzone perfetta’: "That Boy Is Mine" e "King Kong Blues" dovrebbero essere nella playlist di ogni radio FM che si rispetti e al diavolo i luoghi comuni: ricordatevi, lassù c’è sempre qualcuno che vi ama…
25/02/11
The Loves ...Love You
Indossate scarpe comode. Liberata la mente da ingombranti pensieri. E’ tempo di lanciarsi in danze sfrenate in onore della miglior pop venue. Qui si torna a bomba sugli anni d’oro del brit-pop, e questo "The Loves …Love You" pare davvero una remota chicca dalla stagione scolastica – ehm…- 95/96. Se è Fortuna Pop! a metterci la faccia, lasciatevelo dire, la qualità non può che essere ottima. Ed in appena 10 canzoni The Loves ci consegnano quella brillantezza che è merce rara di questi tempi, perché a fare canzoni ammiccanti bisogna esser portati. La giusta alchimia tra ritornelli appiccicosi e strutture fantasiose è alla base di un disco incredibile; connubio tra il dream pop di casa Sarah Records e Postcard, il gusto per le brumose ballate di deriva scozzese e l’impeto giovanilista dei primissimi Blur. L’alternanza tra voce maschile e femminile fornisce un ulteriore elemento distintivo. C’è un pizzico di malinconia in questi pezzi tutto sommato, pare che il gruppo abbia ufficialmente dato addio alle scene il giorno di San Valentino, scegliendo una data quanto meno simbolica. In eredità un album che ha del sensazionale, affrontando in scioltezza una ventina d’anni di quella musica britannica che mai invecchia, mantenendo una salda presa sui buoni sentimenti e su un recondito romanticismo dopo-adolescenziale. “December Boy”, che è il singolo predestinato, ha degli autentici violini, oltre alle voci di Emma Hall dei Pocketbooks e Liz Hunt dei The School. In un impasto che - provate ad indovinare – vuole anche dire Phil Spector e wall of sound. E poi, sinceramente, pensate di scrollarvi di dosso facilmente il refrain di "Bubblegum"? A meno che non abbiate scarsamente a cuore le questioni di casa british, questa è roba da mettere al tappeto anche il più scontroso dei collezionisti… Capitolo finale dicevamo, e tanta materia da registrare alla voce ‘canzone perfetta’: "That Boy Is Mine" e "King Kong Blues" dovrebbero essere nella playlist di ogni radio FM che si rispetti e al diavolo i luoghi comuni: ricordatevi, lassù c’è sempre qualcuno che vi ama…
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