E’ tempo di celebrazioni in casa On-U Sound, la label britannica è stata tra le realtà continentali più decise nel riprendere la tradizione dub jamaicana riportandola ad una dimensione contemporanea. Il lavoro di squadra è la fonte inesauribile di tanti capolavori che hanno plasmato la musica ritmica degli ultimi 30 anni, tanto è lungo il percorso in cui il marchio inglese ha esercitato la sua nitida influenza.
Una serie di ristampe e la pubblicazione di un disco inedito faranno da corollario all’evento, che verrà idealmente spalmato nelle settimane a cavallo tra fine marzo ed inizio aprile. I tre classici ripubblicati sono rispettivamente il debutto omonimo dei New Age Steppers, la pietra miliare dei Creation Rebel (Starship Africa) e l’ormai rarissimo Off The Beaten Track degli African Head Charge. Tutti i lavori sono stati puntualmente remasterizzati e aldilà degli evidenti contenuti innovativi d’epoca, abbiamo la certezza di assaporare una vera e propria alchimia da studio, in cui la scienza della post-produzione sembra materia addirittura marziana.
Off The Beaten Track del 1986 rimane un capolavoro, non fosse altro per la presenza di due mostri sacri quail Skip McDonald (chitarra) e Jah Wobble (basso). Un disco così fluido da rappresentare uno standard qualitativo unico nel genere.
Altra pietra d’angolo è l’omonimo New Age Steppers del 1981. Un cast spettacolare a tenere le fila di questo ambizioso progetto, che flirtava con cultura post-punk ed eredità jamaicana. La compianta Ari Up delle Slits, Mark Stewart, Style Scott dei Roots Radics ed una giovanissima figlia d’arte come Neneh Cherry, ne costituivano il fluttuante organico. La ripresa del classico Fade Away di Junior Byles, rappresentò un vero e proprio exploit commerciale per On U Sound stessa, un singolo che fece breccia nelle classifiche indipendenti del tempo.
Starship Africa dei Creation Rebel è il disco più vecchio del lotto, concepito addirittura nel 1978 da Sherwood in combutta con Charlie ‘Eskimo’ Fox, ‘Crucial’ Tony e Dr Pablo, in pratica la prima sezione ritmica ufficiale del marchio di casa. Tornare sui solchi – digitali – di questi dischi è atto dovuto. La coscienza di molti artisti e dj contemporanei – non fosse ultima l’esperienza del dubstep – deve moltissimo al ruolo spartiacque di questa gloriosa etichetta.
Una serie di ristampe e la pubblicazione di un disco inedito faranno da corollario all’evento, che verrà idealmente spalmato nelle settimane a cavallo tra fine marzo ed inizio aprile. I tre classici ripubblicati sono rispettivamente il debutto omonimo dei New Age Steppers, la pietra miliare dei Creation Rebel (Starship Africa) e l’ormai rarissimo Off The Beaten Track degli African Head Charge. Tutti i lavori sono stati puntualmente remasterizzati e aldilà degli evidenti contenuti innovativi d’epoca, abbiamo la certezza di assaporare una vera e propria alchimia da studio, in cui la scienza della post-produzione sembra materia addirittura marziana.
Off The Beaten Track del 1986 rimane un capolavoro, non fosse altro per la presenza di due mostri sacri quail Skip McDonald (chitarra) e Jah Wobble (basso). Un disco così fluido da rappresentare uno standard qualitativo unico nel genere.
Altra pietra d’angolo è l’omonimo New Age Steppers del 1981. Un cast spettacolare a tenere le fila di questo ambizioso progetto, che flirtava con cultura post-punk ed eredità jamaicana. La compianta Ari Up delle Slits, Mark Stewart, Style Scott dei Roots Radics ed una giovanissima figlia d’arte come Neneh Cherry, ne costituivano il fluttuante organico. La ripresa del classico Fade Away di Junior Byles, rappresentò un vero e proprio exploit commerciale per On U Sound stessa, un singolo che fece breccia nelle classifiche indipendenti del tempo.
Starship Africa dei Creation Rebel è il disco più vecchio del lotto, concepito addirittura nel 1978 da Sherwood in combutta con Charlie ‘Eskimo’ Fox, ‘Crucial’ Tony e Dr Pablo, in pratica la prima sezione ritmica ufficiale del marchio di casa. Tornare sui solchi – digitali – di questi dischi è atto dovuto. La coscienza di molti artisti e dj contemporanei – non fosse ultima l’esperienza del dubstep – deve moltissimo al ruolo spartiacque di questa gloriosa etichetta.
Disturb the Comfortable - Comfort the Disturbed
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