23/09/10

Peter Hook + Gary “Mani” Mounfield + Andy “Rourkie” Rourke = Freebass

Il nome della label - Hacienda Records – è di per sè un omaggio al celebre club di Manchester, centro cruciale per lo sviluppo della wave britannica. Indicativo che l’idea sia proprio di uno degli artefici di quel suono, uno dei motori ritmici che hanno definito l’essenza di un’intera generazione. It’s A Beautiful Life è il debutto assoluto per i Freebass, nati dall’incontro artistico di almeno tre figure cardine di tutta la scena british.

Alla testa del progetto Peter “Hooky” Hook (Joy Division / New Order), con lui Gary “Mani” Mounfield (The Stone Roses / Primal Scream) ed Andy “Rourkie” Rourke (The Smiths), che aderisce a Freebass nella veste di musicista da studio. Gary Briggs è il frontman della band, ruolo di responsabilità di fronte a tali pesi massimi, ma anche l’ex di Haven e Strays contribuisce con la sua vocalità a definire le coordinate della nuova band. Che non rimarrà circoscritta al solo studio d’incisione, tanto da imbarcarsi presto in un tour europeo.

La popolarità dei personaggi coinvolti ha dato il là a numerose speculazioni, e quasi a contenere ogni più avventurosa ipotesi, arriva un disco d’esordio che risponde esattamente alle esigenze ed alla purezza dell’estetica brit-pop. Canzoni dunque, che rispettano un canovaccio trentennale, riconducendo i protagonisti alla primigenia culla. Aldilà di qualche ritmo in levare e di qualche ammiccamento dance, ascolterete delle cristalline e sempreverdi melodie pop, che rispettano in pieno il lascito dei grandi autori d’oltremanica.

L’esistenzialismo dei Joy Division, gli ammiccamenti eletrronici dei New Order, la scremadelia di Gillespie e soci come i ritmi cosiddetti baggy, sono sacrificati per un fine unico. La forma canzone. Che in tutto questo può avvalersi di spontanei richiami passatisti, come al northern soul ad esempio.

E’ l’esperienza al servizio dell’invenzione, una forma di rinnovamento che passa attraverso i crismi della classicità,come per incanto. Numeri melodici come It’s Not Too Late, The Only One’s Alone e Secrets And Lies possono già essere incanalati nel novero dei classici della musica inglese, con il loro piglio essenziale e la solida targa di evergreen.


1 commento:

Anonimo ha detto...

eheheh ma il "mi piace" ti dà soddisfazione pigiarlo sugli articoli degli altri o riceverlo sui tuoi? Baci carissima, non ti facevo blogger, vienimi a trovare!
Annalisa